Il temuto caos preannunciato alla vigilia non c'è stato, almeno per ora. Il giorno 1 dell'era post-Brexit - inaugurata allo scoccare sul Big Ben della mezzanotte dell'anno che inizia da Ivanov Shumeykov, primo camionista ad attraversare la Manica sotto il segno dell'addio del Regno Unito al mercato unico e all'unione doganale, a coronamento del percorso avviato dalla vittoria di 'Leave' al referendum del giugno 2016 e poi dal divorzio formale da Bruxelles di fine 2019 - è trascorsa senza code né intoppi gravi.

Ma sarà il trascorrere dei mesi a misurare la portata dei contraccolpi per l'Isola e per il governo di Boris Johnson. Niente code chilometriche, niente ingorghi, complici la prima giornata del 2021 e la contrazione dei trasporti dovuta alla scelta di diverse aziende britanniche che hanno preferito sospendere i servizi nella prima parte di gennaio, in attesa di maggiore chiarezza sui nuovi controlli doganali.

Perché, scongiurati dazi e tariffe dall'accordo last minute, restano inevitabili i cambiamenti pratici e procedurali sullo spostamento dei prodotti. Tutte misure burocratiche a cui il Regno Unito non vuole dare attuazione per il momento, ma che la Ue ha già introdotto, per un costo complessivo di 8 miliardi di euro l'anno a carico degli esportatori britannici.

SCOZIA SECESSIONISTA - Se sul fronte dei trasporti si può tirare un sospiro di sollievo, non altrettanto si può dire sull'integrità del Regno Unito, che oggi è un po' meno unito. Passino le bizze del papà europeista di Boris Johnson, a preoccupare di più sono certamente le istanze secessioniste della Scozia, che vuole tornare sotto la bandiera europea.

"La Scozia tornerà presto, Europa. Tenete la luce accesa", ha twittato la first minister indipendentista scozzese Nicola Sturgeon, accompagnando il suo proclama con la foto provocatoria della scritta "Europe-Scotland" proiettata la notte di Capodanno sulla facciata della sede della Commissione a Bruxelles.

A maggio verrà rinnovato il Parlamento locale di Edimburgo e in caso di vittoria netta dell'Snp (il partito di Sturgeon), la premier potrà certamente rivendicare un nuovo referendum per la secessione da Londra e il ritorno in Europa.

(Unioneonline/L)
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