Come il piccolo Rayan, morto neanche due settimane fa in Marocco. Come Alfredino Rampi, che ha perso la vita 41 anni fa in Italia. Nella speranza che questa volta l’epilogo sia diverso.

Un altro bambino caduto in un pozzo. E anche in Afghanistan, Paese in cui la vita non conta tanto e i bimbi sono venduti per poche centinaia di dollari da madri che non sanno come sfamare le proprie famiglie, l’intero villaggio di Shokak, della provincia di Zabul, si è mobilitato per salvare il piccolo Haidar, nove anni, intrappolato a 10 metri di profondità.

Il bambino è caduto due giorni fa ed è rimasto incastrato a 10 metri dalla superficie in un pozzo profondo 25 metri: è in grado di muovere le braccia e la parte superiore del corpo, come si vede in un video girato dai soccorritori che hanno calato una telecamera assicurata a una fune.

"Stai bene figlio mio? Parlami e non piangere, stiamo lavorando per tirarti fuori", dice nel video il padre al piccolo. "Va bene, continuerò a parlare," risponde Haidar.

La gente di Shokak e i funzionari della nuova amministrazione talebana hanno rilanciato le immagini postandole sui social, anche questo un modo di stare vicini alla famiglia per chi non può dare fisicamente una mano.

I soccorritori scavano senza sosta. L'obiettivo è quello di creare una sorta di tunnel che dovrebbe incrociare in diagonale il punto in cui il bimbo è intrappolato, con una tecnica analoga a quella praticata in Marocco per riportare in superficie Rayan.

"C'è una squadra con un'ambulanza, ossigeno e altre attrezzature necessarie. Il bimbo sta bene e chiede di tanto in tanto acqua e cibo", ha twittato Abdullah Azzam, segretario del vice primo ministro Abdulghani Barada. Sempre Azzam, in un altro tweet, afferma che "la distanza per raggiungere Haidar è molto breve, e i soccorritori dicono che possono udire le grida del bambino. La speranza è che possa essere salvato presto".

(Unioneonline/L)

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