Narges Shafeirad, 35enne del Maryland (Usa), è stata condannata a 50 anni di carcere per aver avvelenato suo figlio, un bimbo di 5 anni, e avergli dato fuoco.

La donna, che ieri si è presentata in aula, ha ribadito: "Non so perché l'ho fatto", anche quando l'accusa l'ha messa di fronte alla ricostruzione della tragedia.

Prima ha obbligato il bimbo, di nome Daniel, a ingerire una gran quantità di veleno, poi l'ha messo sul sedile posteriore della sua auto, una Toyota Corolla, ha raggiunto un distributore e ha riempito l'abitacolo di benzina, infine, mentre si dirigeva verso una spiaggia, si è accesa una sigaretta ed è divampato l'incendio.

Per Daniel non c'è stato nulla da fare, il suo corpicino era carbonizzato, mentre la madre ha subito ustioni sul 40 per cento del corpo ed è stata per settimane ricoverata in ospedale.

"Ero depressa per il divorzio dal mio ex marito - ha detto Narges - non ragionavo", e secondo l'accusa durante una lite con l'uomo gli aveva anche urlato: "Ti farò piangere": l'omicidio del figlio potrebbe rientrare nel suo diabolico piano nato dalle dure udienze per l'affidamento di Daniel.

In quella battaglia, il padre del piccolo cercava di sostenerlo: "Devi essere forte", gli diceva, e lui rispondeva: "Papà io sono forte. Devi esserlo anche tu".
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