«Sono riuscito a sentirlo poco fa: è arrivato il console e l'hanno rilasciato. Ora sta aspettando il rilascio della sua collega della scuola Holden».

La buona notizia arriva da Antioco Usala, ex sindacalista della Cgil sarda e padre di Andrea, cagliaritano di 25 anni, uno dei due attivisti Pro Pal italiani bloccati in aeroporto al Cairo dalle autorità egiziane e partiti ieri da Torino, dove studia, con l'intenzione di partecipare alla marcia internazionale per Gaza.

Antioco Usala non crede che il figlio tornerà ora in Italia, da dove era partito ieri notte: «Credo che la loro intenzione sia comunque di rimanere lì fino all'inizio della marcia», aggiunge, spiegando che, per quanto ha avuto modo di capire, il figlio non sarebbe destinatario di alcun provvedimento di espulsione. «È stato semplicemente fermato adesso è arrivato il console ed è stato rilasciato». conclude.

Andrea Usala, 25, anni, era stato fermato al Cairo con  la collega Vittoria Antonioli Arduini di 21 anni. Dal 19 maggio facevano parte del gruppo di universitari che ha occupato con le tende piazza Castello, in segno di solidarietà e per chiedere giustizia per Gaza.  «Non ci fanno andare al bagno e non ci fanno prendere da mangiare», è stato il messaggio diffuso da Andrea, quando era già all'aeroporto del Cairo.

La Farnesina 

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva confermato il fermo di alcuni attivisti italiani Pro-Pal al Cairo da parte delle autorità egiziane. «Ci sono un funzionario dell’Ambasciata, un team del Consolato per assistere tutti gli italiani che sono là e per interloquire con le autorità locali: quindi stiamo seguendo minuto per minuto con la nostra Ambasciata e il nostro Consolato la situazione», ha affermato il ministro a margine di un evento di FI.

Il comunicato 

«Siamo i ragazzi e le ragazze di Piazza Palestina, il presidio permanente che da un mese occupa pacificamente le piazze di Torino – Piazza Castello e Piazza San Carlo – per denunciare il genocidio in corso a Gaza e sostenere il diritto alla solidarietà internazionale», si legge in una nota dei compagni dei due attivisti, «due dei nostri compagni, Vittoria Antonioli Arduini e Andrea Usala, sono partiti per partecipare alla Global March Per Gaza. La loro partenza è stata costruita in modo trasparente, legittimo, e pienamente conforme alla legge. Da ieri, però, Vittoria e Andrea sono detenuti senza motivo all’aeroporto del Cairo. I loro documenti sono stati sequestrati, sono stati separati, sorvegliati da militari armati, privati dell’accesso a cibo, acqua e servizi igienici, senza alcuna accusa formale. La loro detenzione è arbitraria e contraria a ogni principio del diritto internazionale».

Da qui l’appello: «Chiediamo ora un intervento immediato. Chiediamo alla stampa, alle reti sociali, alle associazioni, ai movimenti, ai rappresentanti politici, ai comuni e alle regioni italiane di prendere parola pubblicamente. Chiediamo al ministro degli Esteri Antonio Tajani e alla Farnesina di attivarsi senza indugi per ottenere il rilascio di Vittoria e Andrea. Chiediamo a Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per la politica estera, e alla Commissione Europea di intervenire per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini europei detenuti in Egitto».

Appello che non è rimasto inascoltato. 

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