Stato palestinese, il New York Times: «Dopo Macron anche Starmer valuta il riconoscimento»
Un cambio di linea determinato dalla sempre maggiore pressione politica interna per il premier ingleseIl Regno Unito sta valutando la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese: lo scrive il New York Times, citando due alti funzionari. Un cambio di linea del premier inglese che sarebbe dovuto alla pressione politica interna aumentata a causa dell'aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza, con parlamentari e membri del governo laburista che sollecitano una presa di posizione netta dopo la mossa della Francia.
Ieri il primo ministro britannico ha incontrato Donald Trump nel lussuoso resort di proprietà della famiglia del presidente americano a Turnberry, nella contea scozzese dell'Ayrshire. Faccia a faccia dedicato in questo caso soprattutto alla politica estera, con la doppia stretta evocata da The Donald - almeno a parole - nei confronti sia di Vladimir Putin (per la guerra in Ucraina), sia di Netanyahu. Una stretta invocata dall'alleato Starmer, appunto pressato in patria sull'emergenza Gaza da uno sdegno che dilaga nel mondo politico come nella società. E preso di mira per le esitazioni che in veste di leader moderato dell'esecutivo laburista continua per ora a mostrare rispetto alle sollecitazioni ad affiancare quanto meno la Francia di Emmanuel Macron nel riconoscimento simbolico unilaterale dello Stato di Palestina annunciato di fronte alle Nazioni Unite per settembre: senza continuare a legarlo alla ripresa futura d'un processo di pace, se e quando ci sarà.
Incalzato dai giornalisti sulle ultime affermazioni del premier israeliano secondo cui a Gaza «la fame non c'è», Trump da Turnberry non ha usato mezzi termini. Parlando di «una fame vera», su cui non si può fingere, e aggiungendo che «Israele ha una grande responsabilità sul flusso degli aiuti». Oltre che sulla malnutrizione che affligge in particolare i più piccoli: «Basandomi sulle immagini della televisione quei bimbi sembrano molto affamati», ha tagliato corto al riguardo. Una situazione dinanzi alla quale gli Usa «stanno mandando molto denaro e altre nazioni stanno incrementando gli aiuti», ha assicurato, non senza promettere l'istituzione di nuovi «centri di distribuzione alimentare» nella Striscia per «nutrire i bambini e i civili»: in una terra ridotta a «un macello» laddove «ora servono cibo e sicurezza». Mentre sul riconoscimento dello Stato palestinese, il presidente-magnate svicola, dicendo di non voler «prendere posizione».
(Unioneonline)