Il marines messicani hanno arrestato Rafael Caro Quintero, il “re della droga” accusato tra le altre cose di aver ucciso l’agente della Dea americana Enrique “Kiki” Camarena nel 1985, personaggio su cui è incentrata la prima stagione della serie tv “Narcos: Messico”.

Quintero per quel delitto è stato condannato a 40 anni: dopo averne scontati 28, nel 2013 è stato scarcerato da un giudice messicano per “motivi amministrativi”. E dal 2018 è nella lista dei “più ricercati” dall’Fbi, che aveva messo sulla sua testa una taglia da 20 milioni di dollari.

Forse è solo un caso, ma l’arresto segue di pochi giorni la visita del presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador alla Casa Bianca, dove è stato ricevuto da Joe Biden.

Ora gli Stati Uniti chiedono l’estradizione del narcotrafficante.

L'agente "Kiki" Camarena nella serie Narcos (Ansa)
L'agente "Kiki" Camarena nella serie Narcos (Ansa)
L'agente "Kiki" Camarena nella serie Narcos (Ansa)

Caro Quintero è stato uno dei maggiori fornitori di eroina, cocaina e marijuana degli Stati Uniti negli anni 1970. Nel 1984 un raid in una delle sue piantagioni di marijuana gli aveva fatto perdere significative entrate, infliggendo un duro colpo al suo impero.

Così lo spietato narcotrafficante decise di vendicarsi, prendendo di mira Camarena. Lo fece rapire non lontano dal consolato americano di Guadalajara e lo fece torturare per alcuni giorni. Torture di una violenza inaudita, che non lasciarono scampo all’agente della Dea, il cui corpo venne ritrovato un mese dopo la morte.

Episodio che fu uno spartiacque nei rapporti fra Stati Uniti e Messico, facendo salire la tensione fra i due Paesi e spingendo gli Usa a intensificare la loro battaglia alla droga.

(Unioneonline/L)

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