Emergono perplessità e critiche da parte di alcuni scienziati e medici britannici sulla decisione presa ieri dal governo di Boris Johnson di attendere una maggior chiarezza sui dati prima di decidere un possibile giro di vite sulle restrizioni anti Covid per frenare l'impennata di casi alimentati nel Regno Unito dalla nuova variante Omicron.

Le indicazioni del premier, indebolito da una serie di rovesci recenti e dalla fronda interna di parte della maggioranza Tory, sembrano al momento puntare in effetti su un potenziale rinvio della stretta fino a subito dopo Natale; ma esperti come l'epidemiologo Paul Hunter temono che aspettare un consolidamento dei dati possa rivelarsi tardivo anche solo per rallentare un'ondata di ricoveri in grado di riempire gli ospedali del servizio sanitario pubblico: soprattutto se le misure fossero adottate solo per Capodanno.

Il professor Jeremy Farrar, infettivologo ed ex consulente dello stesso governo sulla pandemia, sottolinea da parte sua la "trasmissibilità vertiginosa" della nuova variante. Ma concede all'esecutivo ancora una finestra di "24-36 ore" per poter decidere la stretta se la tendenza "resterà" quella degli ultimi giorni.

Nel Regno Unito l’incremento di contagi Omicron è costante, seppure inferiore in rapporto alla popolazione a Paesi come Danimarca, Irlanda e varie nazioni extraeuropee, e molto simile a Francia o Germania (che hanno peraltro mostrato di recente un maggior aumento di morti).

Intanto dal mondo del business sale la sollecitazione a BoJo a uscire dalla "confusione" e a far chiarezza sui possibili provvedimenti in vista: tanto più che il premier, pur senza annunciarli ancora, si è rifiutato ieri categoricamente di escluderli riservandosi anzi "ogni opzione" in caso di necessità, inclusa quella d'un nuovo lockdown o semi-lockdown. 

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata