Aids, il grido disperato dell'Unicef: "360mila adolescenti rischiano di morire entro il 2030"
La fascia di età più a rischio è quella compresa fra i 10 e i 19 anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Entro il 2030 "potrebbero morire di Aids circa 360 mila adolescenti, se non verranno ripristinati gli investimenti nella prevenzione dell'Hiv".
Un messaggio crudo quello lanciato dall'Unicef attraverso un nuovo rapporto pubblicato oggi, ma che deve spingere a riflettere, in tutto il mondo, su quanto ancora è necessario fare in termini di sensibilizzazione e prevenzione.
Alla vigilia della giornata internazionale per la lotta all'Aids, in programma sabato 1 dicembre, è duro il monito lanciato: "Il mondo sta andando 'fuori strada' nel suo obiettivo di eliminare l'Aids tra i bambini entro il 2030", afferma Henrietta Fore, direttore esecutivo dell'Unicef.
Secondo le proiezioni "ci sarà un calo del numero delle nuove diagnosi di Hiv e di decessi da Aids tra i bambini e i ragazzi", ma l'Onu ha segnalato che questi progressi sono "notevolmente più lenti tra gli adolescenti nella fascia di età compresa fra i 10 e i 19 anni)".
"I programmi per la prevenzione della trasmissione dell'Hiv dalle madri ai bambini stanno dando i loro frutti - aggiunge Fore - ma non è abbastanza: i programmi per curare il virus e impedire che si diffonda tra i bambini più grandi non hanno dato i risultati che si aspettavano".
Come recentemente segnalato, anche in Italia, dal ministero della Sanità, sono infatti molti i giovani che non sanno di avere l'Hiv e che spesso non sono in grado di rispettare i piani di cura.
L'Unicef sta cercando di favorire la diffusione del test dell'Hiv con programmi mirati alle famiglie e anche di incrementare sulle piattaforme digitali l'informazione sulla prevenzione rivolta agli adolescenti.
Anche nel nostro Paese, con l'occasione della giornata internazionale, molte le iniziative in programma.
(Unioneonline/v.l.)