Ordine di atterraggio sull’isola di Kish: è quello arrivato dalle autorità iraniane a un volo della Mahan Air. Si tratta del W563 proveniente da Teheran a Dubai con a bordo la moglie e la figlia dell’ex giocatore e allenatore Ali Daei, che aveva espresso il suo appoggio alle proteste contro il regime e che per questo ha ricevuto varie minacce. Alla donna e alla bambina è stato quindi vietato in pratica di lasciare l’Iran.

Daei ha spiegato: «Hanno costretto la mia famiglia a scendere dall'aereo (fatto atterrare all'isola di Kish), ma non c’è stato un arresto». «Non comprendo questo comportamento. Mia moglie e mia figlia sono salite legalmente sull'aereo a Teheran, e avevano in programma di visitare Dubai per alcuni giorni e poi tornare in Iran. Ma l'aereo è stato costretto a rientrare con tutti i passeggeri. Era una caccia al terrorista?», si chiede l'ex campione.

La moglie non poteva lasciare l'Iran «perché ha invitato la gente a partecipare allo sciopero nazionale... ma aveva fatto revocare l'ordine con mezzi illeciti», hanno scritto le agenzie iraniane Tasnim e Isna, citando una fonte informata.

Il Supremo consiglio per la sicurezza nazionale le aveva quindi vietato di partire da Teheran con un ordine esecutivo, aggiungono le agenzie.

(Unioneonline/s.s.)

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