Si aggiunge il nome del maggiore dell'Arma Luciano Soligo all'elenco degli indagati nel caso del geometra 31enne trovato morto il 22 ottobre del 2009 in una stanza dell'ospedale romano Sandro Pertini, dove era ricoverato dopo essere stato arrestato per spaccio di droga.

Soligo, comandante della compagnia Talenti Montesacro all'epoca dei fatti, diventa così il quinto carabiniere accusato di aver falsificato o soppresso i documenti sulla dinamica della morte di Stefano Cucchi, insieme al maresciallo Roberto Mandolini, al piantone Gianluca Colicchio, al comandante della Stazione Tor Sapienza Massimiliano Colombo e al carabiniere scelto Francesco Di Sano, che ha ammesso di aver modificato la nota sullo stato di salute del giovane, al momento del suo trasferimento dalla Caserma Casilina a quella di Tor Sapienza.

Non rientrano invece nell'indagine il generale dei Carabinieri Vittorio Tomasone, il colonnello Alessandro Casarsa e il maggiore Paolo Unali, secondo quanto riportano fonti della Procura di Roma, ma verranno ascoltati dalla Corte d'Assise in veste di testimoni. Una precisazione, questa, in risposta all'articolo di Repubblica secondo cui vertici dell'Arma sarebbero coinvolti nella copertura del pestaggio di cui fu vittima Stefano Cucchi.

L'ennesima pagina di una vicenda che ha avuto una svolta nei giorni scorsi, quando il carabiniere Francesco Tedesco ha ammesso di aver assistito al pestaggio del giovane e ha chiamato in causa come responsabili i colleghi Raffaele D'Alessandro e Alessio Di Bernardo, oltre a denunciare il depistaggio sull'accaduto a opera di altri militari dell'Arma.

Un nuovo filone d'indagine della procura di Roma per falso ideologico e soppressione di documento pubblico, che mira a individuare chi ha intralciato o omesso la verità sul caso Cucchi.

(Unioneonline/b.m.)

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