«Io e i miei sei ospiti sulla barca non abbiamo avvertito alcun impatto».

Così Guido Furgiuele, il penalista indagato dalla procura di Napoli nell'ambito delle indagini sulla morte della ricercatrice Cristina Frazzica, 31 anni, deceduta nel pomeriggio di domenica scorsa dopo essere stata investita mentre era in gita su un kayak insieme con un avvocato suo amico nelle acque di Posillipo, a Napoli.

«Uno dei miei ospiti – continua – ha visto a poppa un ragazzo sbracciarsi e siamo tornati indietro per soccorrerlo. Lui ha detto che la ragazza era stata investita da una barca velocissima ed eravamo convinti che non fosse la mia. Più di soccorrerli e dare l'allarme non potevamo fare».

La barca del professionista, insieme con altre due, sono state individuate dalla Capitaneria di Porto nell'ambito degli accertamenti che mirano a fare luce sul grave sinistro nautico costato la vita alla donna. Furgiuele è indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso: l'ipotesi è che, dopo aver causato l'incidente mortale, si sia allontanato - da chiarire se consapevole o meno di quanto accaduto - e solo in seguito sia tornato indietro.

L'sos è stato lanciato circa una mezz'ora dopo la disgrazia dal natante che ha recuperato il giovane professionista sopravvissuto al grave sinistro marittimo. Il corpo senza vita di Cristina Frazzica è stato trovato a poca distanza dal luogo dell'impatto dai soccorritori, subito dopo l'allarme. Non si esclude che il natante investitore solcasse il mare a velocità sostenuta e che la prua sollevata abbia ridotto notevolmente la visibilità del guidatore. Nelle scorse ore la famiglia della vittima è arrivata a Napoli dove ha incontrato gli investigatori i quali, a breve, intendono disporre l'esame autoptico sulla salma, che farà luce sulle cause di morte della giovane.

Un esame che consentirà anche di scoprire se la 31enne sia morta sul colpo oppure se un soccorso tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita. Saranno ora le perizie sui natanti a fornire la conferma sull'identificazione della barca killer, accertamenti che riguarderanno anche il kayak a bordo del quale domenica scorsa Frazzica e il suo amico avvocato napoletano intendevano trascorrere una domenica in serenità nell'incantevole mare di Posillipo.

Della sicurezza in mare si è occupato ieri il Comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico, convocato dal prefetto di Napoli Michele di Bari: «Siamo mettendo in campo un poderoso dispositivo - ha detto al termine il prefetto - attraverso le forze di polizia a terra, il Roan della Guardia di Finanza e la Capitaneria di Porto a mare, per frenare queste situazioni di illegalità». 

(Unioneonline/D)

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