Quando durante il lockdown si azzeravano i furti, le rapine e lo spaccio di droga, l'unico reato che aumentava in modo esponenziale erano i femminicidi, gli abusi e la violenza contro le donne.

Per molte di loro l'incubo comincia proprio tra le quattro mura domestiche. "Un'emergenza pubblica", l'ha definita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'Orange Day, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: "Le notizie di violenze contro le donne occupano ancora troppo spesso le nostre cronache, offrendo l'immagine di una società dove il rispetto per la donna non fa parte dell'agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interpersonali".

Parlano purtroppo i numeri: in Italia ogni tre giorni e mezzo viene uccisa una donna. Erano 91 fino a ieri dal mese di gennaio, se ne aggiungono altre due oggi (una uccisa a Padova, un'altra gettata tra gli scogli dopo essere stata accoltellata a Catanzaro).

IN SARDEGNA - L'Isola purtroppo non è da meno: da gennaio sono stati commessi quattro femminicidi e aperti 17 procedimenti per il reato di "revenge porn" introdotto dal Codice Rosso (oltre mille le indagini in tutta Italia).

Emessi 41 provvedimenti di allontanamento dalla casa del familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima; dal primo agosto 2019 al 30 settembre scorso sono stati aperti 873 procedimenti per maltrattamenti in famiglia (489), violenza sessuale (117) e stalking (267).

Secondo i dati Istat, in Sardegna le donne che si sono rivolte al numero antiviolenza 1522 (messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità per sostenere e aiutare le vittime di violenza e stalking) rispetto allo stesso periodo del 2019 sono raddoppiate: "E' inaccettabile che ancora nel 2020 dobbiamo assistere con orrore all'aumento del fenomeno della violenza sulle donne, una vera e propria piaga per l'intera società", ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Michele Pais.

IN ITALIA - Secondo il rapporto Eures, nei primi 10 mesi dell'anno le donne uccise sono state oltre novanta, in calo rispetto all'anno precedente. Diminuiscono però solo le vittime femminili della criminalità comune, mentre resta stabile il numero dei femminicidi familiari (da 85 a 81) e, all'interno di questi, il numero dei femminicidi di coppia (56 in entrambi i periodi), mentre aumentano le donne uccise nel contesto di vicinato (da 0 a 4).

I dati confermano inoltre che "il femminicidio è un reato commesso nella maggior parte dei casi all'interno delle mura domestiche e segnatamente all'interno della coppia, il lockdown ha fortemente modificato i profili di rischio del fenomeno, aumentando quello nei rapporti di convivenza e riducendolo negli altri casi".

In generale la fascia d’età più colpita è quella che va da 31 a 44 anni, le vittime sono italiane nell’80% dei casi (81% nel 2019), mentre, tra le vittime straniere, predominano quelle di nazionalità romena, anche in relazione alla maggior presenza sul territorio nazionale. Anche gli autori di tali reati hanno un’età compresa tra 31 e 44 anni (39%), in prevalenza sono italiani (74%) e solo il 2% sono minorenni (1% nel 2019).

LE RICHIESTE DI AIUTO - Drammatico il numero di chiamate arrivate al numero di emergenza 1522 che in 10 mesi - rileva l'Istat - ha superato i livelli degli anni precedenti.

Su una media di circa 1.900 telefonate al mese, incrementi elevatissimi si sono registrati in corrispondenza dei mesi del lockdown, con 5.031 chiamate dal primo marzo a metà aprile (il 73% in più rispetto allo stesso periodo nel 2019). A chiedere aiuto sono state in più del 90% dei casi le persone vittime della violenza, ma gli sos arrivano anche da parenti, amici e conoscenti.

LA POLIZIA IN PRIMA LINEA - Fondamentale "fare rete", ricorda la Polizia di Stato di Cagliari "per contribuire ad un autentico cambiamento culturale finalizzato alla parità di genere".

Bisogna far capire alla vittima che "siamo sempre al suo fianco, informandola anche sugli strumenti a sua disposizione per ricevere tutela; in primis lo strumento extragiudiziale dell’ammonimento del Questore, uno strumento finalizzato proprio a porre fine agli atti vessatori e di violenza in maniera rapida ed immediata".

Grazie al protocollo Zeus, firmato lo scorso 12 giugno tra Questura di Cagliari e CIPM Sardegna, il contrasto alla violenza di genere viene attuato anche attraverso un percorso di recupero dei maltrattanti e gli stalker. Dal 28 marzo, inoltre, coloro che subiscono atti di violenza domestica o atti persecutori possono inviare una segnalazione o un semplice alert tramite l’app YouPol, l’App della Polizia di Stato contro il bullismo, lo spaccio, che è stata aggiornata anche contro la violenza domestica.

IL LAVORO - La violenza di genere va combattuta su più fronti, anche quello del lavoro.

Ne è convinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Il governo - ha spiegato - è impegnato nella implementazione di azioni positive per le donne, anche per contrastare il dato che mette in luce il triste primato dell'Italia in quanto a disoccupazione femminile. E' infatti anche su questo terreno che si elabora una strategia concreta per combattere la violenza di genere".

I dati Istat gli danno ragione: nel secondo trimestre del 2020 si contano 470mila donne occupate in meno rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente.

***

I DATI IN SARDEGNA, IL SERVIZIO DEL TG DI VIDEOLINA

LA CAMPAGNA DELLA POLIZIA:

LE INIZIATIVE IN SARDEGNA:

La cerimonia a Serdiana

A Senorbì

All'Università di Cagliari

A Mogoro

A Sinnai e Settimo San Pietro

A San Gavino Monreale
© Riproduzione riservata