Un'attesa lunga due anni per la rimozione di un sospetto tumore.

È quanto denunciato a Lecco da una donna di 67 anni, che si è rivolta al locale ospedale Manzoni dopo che il medico le aveva suggerito di rivolgersi a un dermatologo a causa dell'ingrossamento di "un nevo melanocito femorale laterale sinistro", ossia una lesione cutanea iperpigmentata, una sorta di neo, sulla coscia sinistra della donna. Una forma benigna, al momento, ma che potrebbe evolvere in una forma maligna.

Eppure, quando però la donna è andata allo sportello per prenotare la piccola operazione chirurgica ambulatoriale, ha avuto una brutta sorpresa: il primo appuntamento era, infatti, per il 14 ottobre 2021, e per l'esattezza 22 mesi e 18 giorni dopo la richiesta.

E, ironia della sorte, sul foglio rilasciato dall'ospedale si legge: "Si avvisa dei prolungati tempi di attesa e della necessità di monitorare la lesione".

A denunciare il fatto è poi stato Francesco Scorzelli, 62enne sindacalista della Rsu dell'Asst provinciale lecchese. Scorzelli sottolineato che, a quanto risulta, "la Dermatologia dell’Asst lecchese gode di cinque medici compreso il primario, più di altri quattro consulenti specialisti a Lecco e di uno a Merate, mentre al Niguarda di Milano i dermatologi in servizio sono due".

Le verifiche sono dunque in corso.

(Unioneonline/v.l.)
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