"Solo promesse". Poi, una volta giunti al governo "non hanno fatto niente di diverso da quello che ha fatto e che ha detto il Pd".

Un nuovo fronte si apre contro il governo Conte e soprattutto contro il Movimento 5 Stelle, è quello dell'associazione Vittime del Salvabanche, di cui alcuni esponenti erano stati ricevuti anche dal presidente del Consiglio subito dopo il suo insediamento.

Ma a distanza di cinque mesi dalla nascita dell'esecutivo giallo-verde, quelle promesse si sono rivelate carta straccia. "Hanno preso un sacco di voti promettendo che avrebbero ridato a tutti, indistintamente, l'intero ammontare del loro investimento perduto, e finalmente, dopo mesi di chiacchiere e slogan, arriva la norma di legge sui rimborsi. Un rimborso parziale (solo nella misura del 30%) che verrà dato agli azionisti che hanno subito un danno ingiusto, riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia dell'Arbitro".

"L'impegno di quello che si definiva come governo del cambiamento era quello di mettere in discussione davanti alla Consulta i decreti incostituzionali di risoluzione delle quattro banche e delle due venete emanati dal Pd, costringere le banche che hanno acquistato ad un euro e metterci i soldi per rimborsare tutti, punire i responsabili compreso Consob e Banca d'Italia", attacca l'associazione. "E invece, alla fine, al netto della propaganda, si seguono le orme del Pd".

Nella nota l'associazione spiega cosa "non è cambiato" rispetto al governo precedente. Per gli obbligazionisti "non si è fatto nulla di nuovo, si applicano gli strumenti che aveva messo in piedi il vecchio governo; quindi rimborso forfati o arbitrato, ma sempre vincolati dai medesimi paletti (reddito Irpef e data di acquisto). Inoltre, nonostante le promesse in campagna elettorale, chi aveva ricevuto il suo 80% non potrà aspirare a recuperare il restante 20".

Inoltre, "gli obbligazionisti esclusi dai rimborsi del precedente governo, rimangono esclusi anche dal nuovo". Coloro che avevano comprato da intermediario, infatti, "non sono stati presi in considerazione". E "occorre ribadire - continua l'associazione - che la discriminazione tra truffati in questa vicenda non ha senso: è evidente a tutti che la truffa è stata di sistema, e non allo sportello".

Quanto agli azionisti, "i ristori sono parziali del 30% nella misura massima di 100mila euro, a cui andranno decurtati tutti i dividendi storicamente percepiti, cosa che contribuirà ad abbassare sensibilmente il valore del rimborso, ma non solo: accettando queste cifre rinunceranno automaticamente a qualunque altra pretesa di rimborso".

Dunque, riassumendo: "Al di là delle rassicurazioni del governo viene confermato l'onere della prova, ovvero la necessità di disporre di una sentenza o una pronuncia favorevole riconosciuta ufficialmente per poter accedere al fondo di ristoro. E soprattutto cade il mantra delle restituzioni totali: il ristoro arriverà solo fino al 30% di quanto perso, e comunque fino a un massimale di 100mila euro".

In soldoni, nulla cambia rispetto a quanto previsto dai tanto vituperati governi del Pd. Lo dice quella stessa Associazione Vittime del salvabanche che ha votato in massa i pentastellati.

Ma Luigi Di Maio non ci sta. Risponde piccato e accusa - come di consueto - i giornali. "Nella manovra abbiamo stanziato 1,5 miliardi per i truffati, 15 volte di più rispetto all'elemosina di 100 milioni del vecchio governo. Noi siamo sempre stati dalla vostra parte, ma ora c'è chi gioca a metterci contro avvelenando i pozzi. Non mi presto a questo giochino dei giornali, l'associazione delle Vittime del salvabanche è un interlocutore, questo giovedì ci vedremo".

(Unioneonline/L)
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