Svolta nelle indagini sull’omicidio di Mohammad Ibrahim, il lavapiatti di 25 anni originario del Bangladesh trovato decapitato nel suo appartamento di Torino nella notte tra martedì e mercoledì.

A quanto si apprende da fonti investigative gli uomini della Squadra Mobile guidata da Luigi Mitola, della Questura di Torino, hanno fermato un sospetto.

Si tratterebbe di un connazionale del giovane di 24 anni, rintracciato questa mattina alla stazione di Porta Nuova.

Gli agenti hanno perquisito la sua abitazione, trovando – oltre a capi di abbigliamento –, anche la presunta arma del delitto, un coltello da cucina.

Il movente sarebbe legato a una vendetta per un debito non pagato dalla vittima. Il denaro conteso sarebbe stato utilizzato da Mohammad Ibrahim per pagare in Bangladesh il matrimonio di una sua parente, già promessa sposa all’autore del delitto, che ha confessato.

LA RICOSTRUZIONE – Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il killer ha colpito il 25enne del Bangladesh con violenza, al collo, decapitandolo, come in macabro rituale.

 A scoprire il corpo e a chiedere quindi aiuto è stato il suo coinquilino e connazionale, anche lui di nome Mohamed, che era appena rientrato dopo il turno nello stesso ristorante in cui lavorava la vittima, che faceva il lavapiatti, mentre l'amico è aiuto chief.

"Un bravo ragazzo, un gran lavoratore - raccontano dalla pizzeria -. Per quello che ne sappiano noi non aveva problemi, ma era molto riservato. Noi siamo una grande famiglia". 

In Bangladesh vive la moglie della vittima, incinta.

(Unioneonline/D)

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