Ricorre oggi il 31esimo anniversario della tragedia del Moby Prince, avvenuta la notte del 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno dopo lo scontro del traghetto con una petroliera: 140 le vittime di cui 26 sardi, tra passeggeri e equipaggio.

"Per non dimenticare”, anche quest'anno il Comune di Livorno, con il patrocinio della Camera dei Deputati, ha predisposto una serie di cerimonie e iniziative che coinvolgono i familiari delle vittime, i rappresentanti delle istituzioni e la cittadinanza.

L’amministrazione del Comune di Quartu ha invece organizzato una cerimonia alla Villa Romana di Sant'Andrea. La presidente del Consiglio Rita Murgioni, con una rappresentanza di amministratori, ha deposto alcuni mazzi di fiori in mare. Lunedì ad Arzachena è invece in programma (alle 19, auditorium Arma) la rappresentazione teatrale "M/T Moby Prince 3.0". Lo spettacolo, promosso dal Comune e realizzato dalla casa di produzione Grufo e Grufo e dalla compagnia teatrale La Nave Europa, ripercorrerà sul palco la più grande tragedia della Marina civile italiana.

A Livorno il programma, con la partecipazione anche di Luchino Chessa, figlio di Ugo, il comandante della Moby spezzino di origini isolane, ha inizio in Fortezza Nuova con la deposizione di una corona al Monumento in ricordo delle vittime, quindi in Cattedrale la messa col vescovo Simone Giusti.

Poi a Palazzo Comunale cerimonia con il saluto del sindaco Luca Salvetti ai familiari, ai rappresentanti delle istituzioni e alle delegazioni dei Comuni partecipanti (diretta streaming sul canale YouTube “Consiglio Comunale Livorno”). Quindi il corteo da piazza del Municipio fino all'Andana degli Anelli, all'interno del Porto mediceo dove vi sarà la deposizione di un cuscino di rose donato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di una corona di alloro alla lapide che riporta tutti i nomi delle vittime di cui poi seguirà lettura. La cerimonia – cui ha partecipato anche la Regione Sardegna con la delegazione guidata dall'assessore Quirico Sanna - si conclude con il lancio in mare di 31 rose rosse, una per ogni anno trascorso dalla notte del 10 aprile 1991.

I FAMILIARI DELLE VITTIME – "Non dimenticare serve a mantenere accesa la memoria storica e a combattere per la verità e giustizia. La strage del Moby Prince è passata nella memoria collettiva come un banale incidente: la collisione tra un traghetto e una petroliera per una nebbia improvvisa e altri errori e sono serviti 27 anni per spazzare via la melma putrida di verità preconfezionate". Lo affermano in una nota congiunta i familiari delle 140 vittime.

"E' servita una prima commissione parlamentare a ribaltare le verità processuali - scrivono Luchino Chessa e Nicola Rosetti, presidenti delle due associazioni delle vittime - e altro che nebbia, altro che distrazione del comando del traghetto, altro che morte repentina dei nostri cari. Le verità scaturite dalla prima commissione fanno ancora più male perché hanno messo in evidenza la assoluta mancanza di soccorsi e una vita a bordo del traghetto di atroci ore di sofferenza. Ora tutto cambia, ma alcuni tasselli dell'intricato puzzle mancano ancora. Siamo fiduciosi del lavoro che sta portando avanti la nuova Commissione Parlamentare di Inchiesta presieduta da Andrea Romano. Vorremmo sapere a che punto sono le indagini che la Procura di Livorno e la Dda della Procura di Firenze, che stanno indagando nel più totale riserbo, mentre attendiamo la sentenza della causa civile della Corte di Appello del Tribunale di Firenze che dovrà esprimersi dopo l'8 maggio. Non sappiamo se avremo veramente giustizia, ma almeno vorremmo avere una verità appagante". 

(Unioneonline/D)

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