Finito nella bufera per l'inchiesta sullo stadio della Roma, Luca Lanzalone si è dimesso dal ruolo di presidente del Consiglio di Amministrazione di Acea.

Avvocato vicinissimo al M5S, e incaricato dalla giunta Raggi di seguire la trattativa sullo stadio giallorosso, Lanzalone è tra i nove arrestati nell'ambito delle indagini sul progetto della struttura. È ai domiciliari, con l'accusa di corruzione in concorso.

In carcere sono finiti Luca Parnasi insieme a cinque strettissimi collaboratori, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati: corruzione, traffico di influenze, frode fiscale e finanziamento illecito.

DI MAIO: "SONO ADDOLORATO" - Nonostante la vicinanza al Movimento 5 Stelle, anche Di Maio ne aveva chiesto le dimissioni: "Da noi - ha detto in un'intervista - non esiste la presunzione di innnocenza per reati gravi come la corruzione. Ieri si è autosospeso Ferrara, altrimenti lo avremmo espulso noi, e Lanzalone si deve dimettere perché non è pensabile che una persona ai domiciliari stia ancora ad Acea. Noi non proteggiamo chi sbaglia".

"Lanzalone ci aveva aiutato a salvare l'azienda di rifiuti di Livorno, era stato brillante nello sblocco della questione dello stadio di Roma. Era una persona amministrativamente preparata e abbiamo deciso di affidargli la presidenza della più grande partecipata di Roma. Quello che è successo mi addolora".

Forse anche alla luce del polverone sollevato dall'indagine, il capo politico pentastellato ha fatto saltare l'ospitata a "Porta a Porta".

Al suo posto si è presentata Virginia Raggi. Che ha spiegato a Bruno Vespa: "Lo stadio si farà? Questo non lo sappiamo, ma se non ci sono irregolarità, si può andare avanti". Ancora, ha aggiunto il sindaco di Roma, "gli atti della procedura, secondo la Procura, sembrano tutti corretti, anche se ci riserviamo di fare ulteriori approfondimenti del caso".

Raggi ha anche parlato dei rapporti della giunta con Lanzalone: "Ci ha aiutato tantissimo a capire come stavano le cose sulla cubatura", le sue parole.

L'INCHIESTA - L'indagine nasce da una prosecuzione di quella sulla corruzione di Raffaele Marra, ex collaboratore del sindaco Raggi, non coinvolta dal procedimento.

Sono sedici in totale le persone indagate nel fascicolo, tra le quali compaiono il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, che pur dicendosi "fiducioso nella giustizia" si autosospende dal Movimento, e Davide Bordoni, ex assessore della giunta Alemanno per Forza Italia.

(Unioneonline/D)

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