Dossier e depistaggi per condizionare i procedimenti penali a vantaggio dei propri clienti.

Ci sono imprenditori e magistrati tra le 15 persone arrestate dalla Guardia di Finanza questa mattina in un'operazione coordinata dalle procure di Roma e Messina.

Gli inquirenti parlano di "due associazioni a delinquere dedite alla commissione di plurime frodi fiscali e a reati contro la pubblica amministrazione, anche attraverso la corruzione in atti giudiziari".

Tra i fermati anche Giancarlo Longo, 49 anni, magistrato ordinario, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa e destinato ad altre funzioni altrove. Coinvolti l'avvocato Piero Amara, di Augusta (Siracusa), e gli imprenditori Fabrizio Centofanti e Enzo Bigotti, quest'ultimo già coinvolto nel caso Consip.

Indagato anche Riccardo Virgilio, ex presidente di sezione del Consiglio di Stato, oggi in pensione, per il reato di corruzione in atti giudiziari contestato in concorso con Amara e Calafiore. Nel suo caso, scrivono gli inquirenti, "la richiesta di misura non detentiva è stata respinta per assenza di ragioni cautelari".

LE FINTE INDAGINI - Negli ultimi cinque anni, alcuni degli indagati avrebbero tentato di inquinare in modo rilevante diversi processi, sia nel penale che nel civile. Longo, in particolare, in cambio di 88mila euro in contanti e vacanze a Dubai per tutta la famiglia, sarebbe riuscito a difendere gli interessi di Amara mettendo in piedi dei procedimenti "specchio" e riuscendo così a ottenere informazioni che non gli competevano.

Nel mirino c'è anche l'inchiesta che coinvolge Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, rinviato a giudizio per una tangente da oltre un miliardo di euro per un giacimento petrolifero in Nigeria. Amara, difensore di Eni, avrebbe tentato di far passare Descalzi per la vittima di un complotto internazionale ordito dai servizi segreti nigeriani. Il tutto attraverso una finta indagine organizzata con la complicità di Longo.

(Unioneonline/D)
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