Sharon Verzeni, preso l’assassino. Il compagno: «Cancellate le insinuazioni su di me»
Moussa Sangare, 31enne italo-maliano, reo confesso del delitto: «L’ho vista e l’ho uccisa». Nella sua casa trovato un bersaglio per il lancio di coltelli«Dopo un mese di incertezza la notizia mi ha dato un po' di sollievo perché cancella tutte le insinuazioni dette su di noi. Nessuno mi ridarà Sharon ma manterrò sempre vivo il suo ricordo e so che mi aiuterà a proseguire la mia vita». Lo ha detto Sergio Ruocco, compagno di Sharon Verzeni dopo l'arresto dell'assassino che alla fine di luglio ha sorpreso la 33enne durante una passeggiata notturna, a Terno d’Isola (Bergamo), accoltellandola a morte, per poi fuggire in bicicletta.
A finire è stato in manette Moussa Sangare, 31enne italiano di origine maliana, che ha subito confessato, spiegando: «Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa».
I carabinieri lo hanno rintracciato in un’abitazione della Bergamasca. Nel corso delle perquisizioni nella casa è stata trovata una sagoma di cartone a forma di essere umano, di quelle per esercitarsi a lanciare coltelli e secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il 31enne l'avrebbe utilizzata come una sorta di bersaglio per allenarsi a colpire. Per questo motivo, essendo un elemento collegato all'indagine, il cartonato è stato posto sotto sequestro.
All'uomo è contestata la premeditazione nell'omicidio. L’avvocato di Sangare, Giacomo Maj, ha invece spiegato: «È molto verosimile che ci sia una problematica psichiatrica, anche se è un discorso prematuro e sarà un tema da approfondire con consulenze ed un'eventuale richiesta di perizia».
Le indagini proseguono.
(Unioneonline)