Settanta patenti sequestrate, 83 persone coinvolte e nove accusati per associazione a delinquere nella maxi indagine della polizia di Bari volta a smascherare un giro di patenti false, del valore stimato in circa 250mila euro.

Un vero e proprio sistema di "assistenza alla risposta" telematico, quello ideato dai malviventi, volto a fornire le risposte corrette ai candidati impegnati nei quiz per il rilascio della patente di guida negli uffici della Motorizzazione.

Il candidato, in particolare, poteva usufruire di un collegamento con una "centrale operativa" collocata nell'abitazione di uno degli indagati e che forniva, in tempo reale, le risposte corrette alle domande.

L'organizzazione criminale, il cui servizio veniva offerto anche da scuole guida compiacenti, prevedeva addirittura in preparazione alla prova d'esame una vera e propria simulazione, con la prova di ricezione audio e video da parte del complice. Non solo: seguivano anche numerose "istruzioni criptate", volte a posizionare meglio la microcamera/bottone indossata dal candidato e destinata a inquadrare perfettamente il monitor.

Il sistema messo a punto non era tuttavia in grado di dissimulare lo stato di ansia dei partecipanti agli esami, che più volte sono stati smascherati e trovati in possesso di attrezzature di trasmissione videotelematiche occultate, episodi che hanno fatto scattare le indagini.

Al vertice dell'associazione a delinquere, “a conduzione famigliare”, la polizia ha identificato un pluripregiudicato barese, classe 1958, legato al clan “Parisi” del quartiere barese Japigia e già in stato di detenzione. Ad aiutarlo, accanto ad altri, tre congiunti, rispettivamente classe ‘64, ’91 e ’86, con il ruolo di staffette, vedette e supporto logistico ai candidati.

Individuati dai poliziotti anche i luoghi dove l'organizzazione letteralmente "vestiva" i candidati, e non solo delle apparecchiature tecniche, ma anche con capi di abbigliamento idonei a nascondere i dispositivi.

(Unioneonline/v.l.)
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