"A scuola ci sono delle regole, delle misure sanitarie, ma anche adulti preparati. La scuola è il luogo meno rischioso".

Ne è convinta il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, a pochi giorni dalla riapertura degli istituti a milioni di bambini e ragazzi. Il 14 settembre è la data ufficiale mentre in Sardegna la campanella suonerà il 22.

"L'unica via - ha detto Azzolina in conferenza stampa a Palazzo Chigi - è garantire una grande alleanza con le famiglie. Dobbiamo essere tutti responsabili, anche fuori dalla scuola. La scuola ha bisogno di essere protetta il più possibile" perché "abbiamo l'imperativo morale di restituire alle famiglie e agli studenti un pezzo di normalità, di speranza e di futuro".

Il governo - le ha fatto eco il premier Giuseppe Conte - ha "lavorato intensamente alla riapertura delle scuole", cosa che "quest'anno avverrà in un contesto nuovo e non facile che sfiderà tutto il sistema Italia. Ma grazie al nostro lavoro l'anno scolastico comincerà regolarmente".

Non per tutti però, visto che 50mila studenti sono ancora senza classe (anche se a giugno erano un milione): "Questo - ha precisato Azzolina - non significa che non andranno a scuola. Andranno anche senza il metro di distanza ma mettendo la mascherina per questo inizio di anno scolastico. Sono comunque situazioni che stiamo risolvendo, grazie ad altri 100 milioni di euro per prendere in affitto altri locali e grazie agli accordi con teatri, parrocchie o scuole paritarie".

La data del 14, intanto, fa paura ai presidi: "È evidente che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti. A quanto sappiamo, la consegna dei banchi monoposto è in grave ritardo. Altre due criticità importanti sono quelle delle aule, perché gli enti locali non le hanno reperite ovunque, e l'assegnazione piena dell'organico - dice il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli -. Se queste difficoltà non troveranno immediata soluzione, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque: è opportuno dunque valutare la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali".

(Unioneonline/D)

L'ALLARME DEI PRESIDI

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