Svolta nel caso di Khrystyna Novak, la 29enne ucraina la cui scomparsa è stata denunciata il 9 novembre 2020. All'alba di oggi la polizia ha eseguito a Castelfranco di Sotto, nel Pisano, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 50enne fiorentino, il tatuatore Francesco Lupino.

L'uomo, che è il vicino di casa, è ritenuto il presunto autore dell'omicidio e della soppressione del cadavere della ragazza, mai ritrovato.

La denuncia della scomparsa della ragazza era arrivata a novembre e dopo nove giorni in cui la giovane non dava più notizie di sé a familiari ed amici.

L'indagine ha collezionato gravi indizi di reato nei confronti dell'arrestato, vicino di casa della ragazza, socio negli affari criminali del compagno della vittima, lo spagnolo Gonzalez Airam Negrim.

LA RICOSTRUZIONE - La vicenda che porterà al tragico epilogo dell'uccisione della giovane, parte dal momento dell'arresto del compagno spagnolo, imprenditore locale nel settore dei pellami.

Ed infatti l'uomo, la sera del 31 ottobre 2020, viene arrestato proprio a seguito di una “soffiata” fatta da Francesco Lupino alla Polizia di Pontedera e perché sorpreso, al suo rientro da una gita con la Novak, con due pistole e droga in casa.

Alla base della soffiata il desiderio di Gonzalez di sottrarsi all'attività criminosa in cui era stato coinvolto proprio da Lupino, e la volontà di quest'ultimo di vendicarsi, maturata anche a seguito di una lite fra i due.

Il giorno dopo l'arresto di Gonzalez, Khrystyna trascorre una giornata pressoché normale, pur disturbata - come confermato dai vicini - da un tentativo di visita di Lupino, che viene platealmente allontanato.

Poi, in serata, l'ultima chiamata di lei al fidanzato. La mattina del 2 novembre, alle 8.44, il cellulare della Novak smette di riprodurre il segnale, sino alle ore 9.41 del giorno successivo, quando dopo aver agganciato alcune celle si spegne definitivamente alle 9.55.

Nei giorni successivi e dopo la denuncia di scomparsa la Polizia effettua un primo sopralluogo nella casa della Novak. All'interno vengono rinvenuti su un mobiletto le chiavi di casa della Novak, le chiavi dell'autovettura del fidanzato, e in una borsa tutti i documenti di identità della ragazza.

Apparendo insolita la presenza dei documenti all’interno dell'abitazione ed incompatibile rispetto ad un plausibile allontanamento volontario della ragazza, vengono immediatamente avviate le indagini, la Procura apre un fascicolo per sequestro di persona.

Le indagini vengono avviate a 360 gradi e non vengono risparmiate risorse, umane e strumentali.

Iniziano le ricerche e si passano al setaccio gli ambienti attigui al Gonzalez e alla Novak: il locale, dove la Novak lavorava e dove aveva conosciuto il Gonzalez, le connazionali ucraine, il vicinato.

Ad offrire un importante contributo investigativo e una vera e propria svolta alle indagini è lo stesso Gonzalez che, interrogato più volte in carcere, fornisce una serie di preziose informazioni, raccontando dei rapporti con i vicini. Spiega anche dei rapporti con Lupino, che aveva anche disponibilità delle chiavi della villa.

A inchiodare definitivamente Lupino saranno poi una serie di altri reperti meticolosamente raccolti dagli investigatori, e un alibi con molte lacune per la sera dell'ipotetico delitto.

Lupino, secondo la ricostruzione investigativa sposata dal Gip, avrebbe dunque ucciso la Novak tra la sera dell'1 e la notte del due novembre utilizzando la pistola di cui è stata dimostrata detenzione: il fatto sarebbe avvenuto all'interno dell'abitazione del Gonzalez, per poi sopprimere il cadavere e cancellare (non completamente) le tracce del delitto tra la sera stessa e la sera successiva (quella tra il due e il tre) e lo spostamento in altro luogo del cellulare della vittima al fine di attuare un depistaggio per simulare l'allontanamento volontario della stessa.

(Unioneonline/s.s. - v.l.)
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