Saluto fascista nella foto di classe: per la preside è "solo" una goliardata
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Nelle scuole di tutta Italia è il momento dei saluti e delle foto di classe, per chiudere l'anno scolastico e pensare finalmente alle vacanze.
Un rito che si ripete uguale in tutti gli istituti italiani e non crea mai clamore, se non fosse che ad alcuni studenti del Liceo classico Socrate di Roma è venuto in mente farsi immortalare nella foto di classe intenti a fare il saluto fascista.
Un gesto grave, condannato immediatamente dai compagni, ma balzato alla cronache per la stravagante e controversa reazione della dirigente scolastica Milena Nari, che in una comunicazione ufficiale ha sdrammatizzato così l'accaduto: "...ho parlato con la classe e i presenti hanno sottolineato il carattere goliardico della vicenda: il saluto era stato fatto per puro intento giocoso. Ho fatto riflettere sull'inopportunità del gesto. (...) Il saluto fascista non è reato se è commemorativo e non violento. In tal senso, va inquadrato tra le libertà di espressione e di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantite".
E le parole della dottoressa Nari riescono a far passare in secondo piano perfino il passo falso dei ragazzi, attirandosi la condanna prima degli studenti dell'istituto e poi quelle di rappresentanti delle istituzioni.
"Quel che è successo al Socrate di Roma - commenta la presidente della Commissione regionale lavoro e formazione del Lazio, Eleonora Mattia - dove una dirigente scolastica definisce goliardico il saluto fascista di un gruppo di studenti in posa, non è tollerabile. Non per il gesto dei ragazzi in sé, quanto per il venir meno del dirigente proprio ruolo di garante di quei principi che sono alla base della nostra Costituzione".
E prosegue: "Un episodio increscioso accaduto in un liceo storico della Capitale, poco distante da Porta San Paolo e dalle Fosse Ardeatine; due luoghi simbolo della battaglia per la difesa di Roma del 1943 e dell'eccidio di 335 truccate dai nazisti. Ed è proprio la scuola che ha il compito di mantenere alta la memoria e vivo lo spirito antifascista, e non si fa certo legittimando il saluto romano".
(Unioneonline/b.m.)