Ci sarebbero due testimoni chiave che possono aiutare a individuare gli autori dello stupro di gruppo ai danni di una turista polacca a Rimini, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorso.

Avrebbero incrociato il gruppo quella notte intorno alle 4.

E, fra testimonianze e immagini delle varie telecamere di videosorveglianza disseminate nella zona, si stringe il cerchio intorno ai quattro autori dell'efferata violenza: sarebbero una quindicina infatti le persone sospettate, tutti nordafricani, soprattutto tunisini e algerini.

Al momento non ci sono ancora indagati nel fascicolo aperto dalla Procura.

Dall'aspetto degli uomini inquadrati e dalle testimonianze di chi li ha incrociati emerge il profilo di persone non trasandate o sbandate, anzi, tutt'altro.

L'ipotesi è che vivano nella zona e frequentino regolarmente la movida riminese.

Intanto nell'ospedale di Rimini sono arrivati i parenti delle due vittime, e in Polonia la vicenda fa molto scalpore.

A Varsavia è stata aperta un'indagine, e alcuni investigatori polacchi arriveranno in giornata a Rimini per affiancare quelli italiani. Il vicepremier polacco Patryck Jaki ha detto che per "le bestie di Rimini ci vorrebbe la pena di morte e non sarebbe sbagliato tornare alla tortura".

Intanto continua la caccia all'uomo: i carabinieri stanno passando al setaccio gli stabili abbandonati e gli arenili della zona.

(Redazione Online/L)

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