Nonostante una condanna a otto anni per mafia e il soggiorno obbligato a Padova, a Giuseppe Salvatore Riina, detto Salvo, figlio del boss Totò, è stato concesso di fare da padrino al battesimo della sua nipotina a Corleone, il suo paese d'origine in provincia di Palermo.

Il permesso gli è stato accordato da due parroci, uno della provincia di Padova e l'altro - don Vincenzo Pizzitola - di Corleone, che non si sono opposti al ritorno del boss.

Questa decisione ha fatto subito infuriare il vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi. "Né io né la Curia eravamo informati", ha dichiarato. "Consentire al figlio di Riina di fare il padrino di battesimo è stata una scelta censurabile e quanto meno inopportuna, che io non approvo".

Sul fatto è intervenuto anche il sindaco di Corleone, che ha espresso il suo dissenso. Secondo il primo cittadino, nonostante i certificati d'idoneità rilasciati dai due parroci fossero in regola, Riina non poteva essere adeguato al ruolo: un padrino infatti "deve essere il garante della fede, deve dare testimonianza con le sue azioni. E non mi risulta che il giovane abbia mai espresso parole di ravvedimento per la sua condotta".

INTERVISTA IN TV DI RIINA JR, INTERVIENE LA COMMISISONE ANTIMAFIA - VIDEO:

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