La slavina aveva già travolto l'hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), oltre 40 persone erano bloccate sotto neve e macerie, e 29 di queste verranno recuperate morte: la Prefettura, sono le 17.30 circa del 18 gennaio, chiama l'amministratore dell'albergo dopo aver ricevuto la prima telefonata che parlava di una tragedia.

Ecco la conversazione in cui Bruno Di Tommaso, che in quel momento non era più al Rigopiano, spiega al funzionario che non è successo niente:

Funzionario: "Com'è la situazione su?".

Di Tommaso: "Tragica. Sto rientrando a casa in questo momento".

Funzionario: "Riesci a parlare con qualcuno su?".

Di Tommaso: "No, solo WhatsApp".

E dalla Prefettura spiegano all'amministratore di aver ricevuto una chiamata in cui una persona chiedeva aiuto per crolli e feriti all'hotel; Di Tommaso a quel punto sdrammatizza: "Ma nooooo, chi l'ha fatta?", "attenzione - gli viene risposto - questa telefonata registrata al nostro sistema 118... non risponde poi più.. a noi il numero ci appare sempre benché ci si metta trucco, trucchetto, 'anonimo' eccetera... Tu hai notizia?".

Di Tommaso: "Ma certo che ho notizia, no no...".

Funzionario: "Quindi tutto a posto...".

E dopo la conferma che le comunicazioni con Rigopiano non sono interrotte, i due si salutano.

Intanto a Farindola l'albergo era stato devastato, gli ospiti e il personale investiti da tonnellate di neve, bloccati sotto le macerie.

A fare quella prima telefonata era stato Giampiero Parete, l'uomo scampato alla slavina poiché uscito poco prima dalla struttura, e che era poi riuscito a parlare con il suo amico Quintino Marcella, il quale, a sua volta, aveva cercato aiuto, ecco la registrazione:

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