Riciclaggio e reati tributari, indagati Cellino e il Brescia. I legali: «Estranei ai fatti»
Perquisita la sede del club lombardo, gli avvocati smentiscono il coinvolgimento dell’ex presidente del CagliariPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione nella sede del Brescia e nei confronti di 25 soggetti (11 persone fisiche e 14 persone giuridiche), a diverso titolo indagati per riciclaggio e reati tributari collegati alla commercializzazione di crediti inesistenti.
Tra gli indagati figurano Massimo Cellino, lo stesso Brescia calcio e il commercialista Marco Gamba, il professionista che aveva seguito Brescia calcio nell'acquisito di crediti di imposta - risultati inesistenti - utilizzati per pagare contributi di febbraio e aprile. Operazione costata al Brescia la penalizzazione di otto punti e la retrocessione in Serie C.
«Brescia Calcio e Massimo Cellino sono estranei all’organizzazione tesa alla commercializzazione di crediti fiscali e connesse attività di riciclaggio», fa sapere Giorgio Altieri, legale dell'ex presidente del Cagliari e della società lombarda. «Si ricorda che Brescia Calcio, in data 20 maggio 2025, ha subito sporto denuncia-querela alla Procura della Repubblica di Brescia a seguito della notifica alla predetta società dello schema di atto da parte dell’Agenzia delle Entrate, che già conteneva la contestazione di utilizzo da parte della società in compensazione di crediti inesistenti, contestazione che è l’unica tutt’oggi esistente e in danno del presidente Massimo Cellino».
Il legale spiega come «il presidente Massimo Cellino e la società Brescia Calcio del tutto ignari e, anzi, in assoluta buona fede rispetto a dette compensazioni, peraltro integralmente pagate al cedente solo dopo il rilascio delle quietanze di pagamento per il tramite dei sistemi dell’Agenzia delle Entrate». La società, oggi, «ha fornito massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria per gli accertamenti di rito», prosegue Altieri. Il Brescia e Cellino «intendono riconfermare di ritenersi parti offese rispetto ai fatti di cui all’indagine in corso come confidano che sarà riconosciuto all’esito delle verifiche più approfondite da parte degli inquirenti, che auspicano siano le più rapide possibile».
La questione riguarda l'acquisto di crediti di imposta utilizzati per pagare contributi di febbraio e aprile. L'indagine delle Fiamme Gialle avrebbe permesso di disvelare l'esistenza di un articolato schema fraudolento che avrebbe consentito a diversi imprenditori di beneficiare indebitamente di crediti Iva inesistenti. «In particolare – scrivono gli investigatori - i citati indagati, avvalendosi di società fiscalmente inadempienti, prive di sedi operative e rappresentate da soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia in materia di reati fiscali, avrebbero generato crediti fiscali fittizi per un importo quantificato, allo stato, in oltre quattro milioni di euro. Tali crediti sarebbero stati successivamente ceduti, tramite una ulteriore società "veicolo" a diverse persone giuridiche, tra le quali il Brescia Calcio S.p.A., al fine di consentire un abbattimento del carico fiscale e contributivo».
All'esito dei riscontri investigativi, la società Alfieri con sede dichiarata a Milano in via Montenapoleone, sarebbe risultata priva delle necessarie autorizzazioni per l'esercizio della specifica attività finanziaria nonché sprovvista di un'effettiva e idonea struttura imprenditoriale. In tale contesto, sarebbe altresì emerso il coinvolgimento di uno studio di professionisti operanti prevalentemente nel territorio bresciano.
(Unioneonline)