Sette anni e undici mesi di reclusione: è questa la richiesta di condanna avanzata dal pm di Locri Michele Permunian a carico dell'ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano, accusato nel processo "Xenia" di associazione a delinquere, abuso d'ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d'asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel centro della Locride, che era divenuto famoso in tutto il mondo proprio per le politiche sui migranti portate avanti.

Per la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun, il pm ha chiesto 4 anni e 4 mesi.

L'accusa ha poi chiesto tre assoluzioni e per gli altri imputati condanne pene da un minimo di 6 mesi a un massimo 7 anni e 11 mesi.

Nella sua requisitoria il pm ha sostenuto tra l'altro che "è stata smentita la tesi difensiva che parlava di processo 'politico'".

"La richiesta così alta è l'ennesima dimostrazione che Riace e il modello che avevamo realizzato fanno paura. È stato un ideale politico che vogliono distruggere. Non è un caso che comincia tutto nel 2016 quando l'area progressista apre le porte alla criminalizzazione della solidarietà in Italia e in Europa. Dopo arriva Salvini e completa l'opera. Non è nemmeno un caso che oggi a Riace l'accoglienza ancora resiste e la mission continua senza fondi pubblici e tra mille difficolta. Questa è la risposta più forte. Oggi è stata la giornata della Procura. Ma l'ultimo capitolo si deve ancora scrivere": questo il primo commento di Lucano.

(Unioneonline/F)

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