Regioni a rischio stop, chiedono più vaccini. Figliuolo: "Dosi in arrivo"
Nel mese di aprile arriveranno otto milioni di fialePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La campagna vaccinale in Italia tocca un nuovo picco con oltre 282mila dosi somministrate il 31 marzo, più vicino all'obiettivo di 300mila fissato nel piano nazionale proprio per fine mese. Ma è allarme da alcune Regioni molto popolose, Lazio e Veneto, per il ritardo nella consegna delle dosi, in particolare di Astrazeneca, che rischia di rallentare il ritmo delle iniezioni.
Il commissario all'emergenza Francesco Figliuolo rassicura: "Arriveranno oltre 1,3 milioni di dosi di Astrazeneca", oltre a mezzo milione di Moderna e un milione di Pfizer.
Intanto la Regione più grande, la Lombardia con i suoi 10 milioni di abitanti, da oggi sarà collegata con Poste Italiane per le prenotazioni e spera di rimediare ai disservizi durati settimane.
Sulla base dei dati disponibili dal governo si fa un quadro ottimistico, sottolineando che dall'insediamento del premier Mario Draghi le vaccinazioni sono aumentate del 269% (grazie anche all'afflusso più massiccio di dosi). Viene confermato l'obiettivo di vaccinare 500mila persone al giorno entro fine aprile (nel piano si indicava la settimana 14-22), con priorità ai più anziani e fragili.
Il problema potrebbe però essere l'insufficienza di dosi: con gli 8 milioni complessivi annunciati da Figliuolo per il mese appena iniziato si potrebbero vaccinare una media di appena 266 mila persone al giorno, secondo i calcoli. Colpa dei continui tagli e ritardi delle aziende, che da contratto avrebbero dovuto consegnare oltre 28 milioni di dosi nel primo trimestre e ne hanno mandate la metà; in realtà colpa di AstraZeneca che ne ha inviate un quarto, rispetto alle stime di dicembre 2020, mentre Pfizer e Moderna hanno alla fine onorato gli impegni.
Ecco così l'allarme specie dalle Regioni che stavano andando più veloci, come il Lazio e il Veneto. "Le fiale attese lunedì scorso arriveranno forse sabato", fanno sapere dall'amministrazione di Nicola Zingaretti, paventando un congelamento delle prenotazioni. Si procede per ora con il lotto di AstraZeneca dissequestrato dopo il caso dei decessi sospetti.
La giunta di Luca Zaia invece rende noto di andare avanti con le dosi di Pfizer rimaste, in attesa di Moderna e AstraZeneca. Nel caso del Lazio, peraltro, secondo dati del ministero della Salute, risultano ancora in frigo 63mila dosi del vaccino anglo-olandese, somministrato in media a 6mila persone al giorno negli ultimi giorni. Forse un mancato aggiornamento. Discrepanze nei numeri che ancora disorientano.
Zingaretti guarda avanti e annuncia che dal 20 aprile il nuovo monodose Johnson&Johnson sarà somministrato nelle farmacie ai 55-60enni. Dall'azienda statunitense - protagonista di un incidente in uno stabilimento negli Usa con milioni di dosi perse - ci si aspetta una svolta nella campagna di massa.
"La vaccinazione sta correndo - dice il ministro della Salute Roberto Speranza - e dovunque riusciamo a vaccinare vediamo che c'è un crollo del tasso di contagi".
Dove finora si è vaccinato di meno, come in Sardegna (circa il 9% degli over 80 con richiamo), Figliuolo promette l'apporto di una task force di 10 medici e 5 infermieri militari, più consistente dei 3-4 membri come quelle inviate in Calabria e in Basilicata. Obiettivo 17mila somministrazioni al giorno nell'isola. Ben altri numeri, 10 volte tanto, si attendono in Lombardia, in cui dal 9 aprile le categorie estremamente vulnerabili, i disabili e chi li assiste potranno prenotarsi sul portale di Poste.
(Unioneonline/F)