Violentata per due anni dal branco di cui facevano parte anche alcuni ragazzi imparentati con famiglie di ‘ndrangheta, che sono stati arrestati e ora condannati a pene fra i 5 e i 13 anni di carcere.

Ma dopo quegli arresti lei, 14 anni, e la sua famiglia, sono state isolate dalla gente di Seminara, comune della città metropolitana di Reggio Calabria. E ora la ragazza e i suoi familiari hanno lasciato il paese, grazie a un alloggio messo a disposizione dalla Regione Calabria sono andati a vivere in un altro luogo.

Il presidente Roberto Occhiuto ha messo a disposizione un alloggio dell'Aterp. «Le istituzioni sono al fianco di questa famiglia». ha detto. «La famiglia di Anna (nome di fantasia, ndr) non è sola, ha vicino tante persone perbene che credono nella giustizia e in una Calabria diversa».

Secondo quanto riporta il Corriere, nei giorni scorsi, dopo un incontro in Prefettura, i carabinieri hanno notificato alla ragazza il provvedimento «straordinario e urgente» nel quale si afferma che «data la sua situazione di estrema precarietà e disagio sociale è emersa la necessità di reperire un alloggio da destinare per evitare ulteriori problematiche sociali, familiari e ambientali, nonché per garantirle i bisogni primari».

In questi anni la famiglia ha subito minacce e danneggiamenti da parte dei parenti dei giovani condannati. Di qui il carattere «straordinario e urgente» del provvedimento, per permettere ad Anna e ai suoi genitori di ripartire da zero e vivere una vita normale.

«Combatto da due anni una battaglia che credevo persa. Mi ero ormai rassegnata a vivere in un paese ostile, sfidando ogni giorno l’ira e l’odio dei parenti degli stupratori di mia figlia. Ora, finalmente, mi è tornato il sorriso», queste le parole della madre.

(Unioneonline/L)

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