Un migliaio di manifestanti ha assediato il commissariato San Lorenzo chiedendo la liberazione immediata di uno dei tre fermati per gli scontri in viale Regina Elena, fuori dall'università La Sapienza di Roma, dopo la protesta dei collettivi studenteschi che chiedono lo stop degli accordi accademici con Israele. 

Secondo quanto raccontano i ragazzi della Fgc, almeno tre ragazzi sarebbero stati fermati e ci sarebbero dei feriti. «Di fronte alla mobilitazione degli studenti di oggi la risposta della Sapienza è stata nuovamente un Senato Accademico blindato e la celere. L'ateneo è disposto a caricare i propri studenti piuttosto che ascoltare le istanze di migliaia tra studenti, ricercatori e docenti. La Rettrice si assuma le sue responsabilità: dimissioni immediate!», scrivono sui social.

«Durante il corteo hanno fermato due compagni, vogliamo raggiungere la questura ma la polizia ci impedisce di passare e carica gli studenti. Inoltre il Senato accademico delibera condannando il massacro e chiedendo il cessate il fuoco, ma è solo una dichiarazione per pulirsi la coscienza. Neanche una parola sugli accordi. Nessuna intenzione concreta di interrompere la complicità con il genocidio. La risposta del Senato alle nostre richieste è vergognosa. E sono vergognose le cariche della polizia», affermano e poi scrivono sui social i giovani del coordinamento Collettivi Sapienza.

«La mia vicinanza alla rettrice, Antonella Polimeni. Quello che sta accadendo all'Università La Sapienza è vergognoso – le parole della ministra dell'Università Anna Maria Bernini –. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta».

(Unioneonline/D)

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