Una tragedia immane, che ha lasciato un solco indelebile nella città di Genova. Che oggi si stringe, cinque anni dopo e ancora una volta, nel ricordo delle 43 vittime morte per il crollo del ponte Morandi.

Erano le 11,36 del 14 agosto del 2018 quando il ponte che collega le due estremità della città si sbriciolava distruggendo un intero quartiere. Un dramma che ha squarciato una tranquilla mattina di agosto sconvolgendo la vita di tante famiglie e, insieme a loro, quella di tutto il Paese.

Sono stati 43 i morti, 16 i feriti e 566 gli sfollati, uno strazio e una ferita ancora aperta per i familiari e gli amici di chi quel giorno transitava sul viadotto.

Questa mattina la cerimonia per non dimenticare con, alle 9, la messa celebrata dall'arcivescovo di Genova Marco Tasca nella Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa. Alle 10, nella Radura della Memoria, sotto il nuovo viadotto San Giorgio, l'arrivo del sindaco Marco Bucci, del governatore Giovanni Toti e del prefetto di Genova Renato Franceschelli. Quindi la camminata in ricordo delle vittime organizzata dall'Associazione "Noi per Voi Valle Stura Masone" con i sindaci della vallata, presenti 43 bambini che hanno portato un pensiero ai parenti delle vittime.

Alle 10.45, sempre nella Radura della Memoria, la cerimonia in ricordo delle vittime, con la deposizione di una corona della presidenza del Consiglio dei ministri da parte del vicepresidente e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini.

Alle 11.36, momento esatto del crollo, il minuto di silenzio in memoria delle vittime. 

«Il trascorrere del tempo non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto», il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Il crollo del Ponte Morandi a Genova ha rappresentato un drammatico appello alle responsabilità – le parole del Capo dello Stato – di quanti sono incaricati di attendere ad un pubblico servizio, sia di coloro che provvedono, sul terreno, alla erogazione agli utenti, sia di chi deve provvedere alla verifica delle indispensabili condizioni di sicurezza. Nel quinto anniversario del crollo, con il suo tragico bilancio di vite umane annientate, con la profonda ferita inferta alla Città di Genova e alle coscienze di tutti gli italiani, la Repubblica rinnova e rafforza i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti hanno visto sconvolgere la propria esistenza da una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile».

«Le quarantatré vittime, la sofferenza dei loro cari e i disagi degli sfollati rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria. Così come non dimenticheremo mai l'eroismo dei soccorritori e l'impegno senza sosta dei tantissimi che, in quelle ore e in quei giorni drammatici, diedero testimonianza di quanto gli italiani sappiano donarsi al prossimo», il messaggio della premier Giorgia Meloni.

«L'orgogliosa reazione dei genovesi, vettore decisivo della ricostruzione e della rinascita della città, è un esempio altrettanto potente della capacità del nostro popolo di non lasciarsi mai abbattere dalle difficoltà, anche le più estreme, e di sapersi rialzare. Da questa forza, dalla collaborazione tra le Istituzioni e dalle migliori energie del sistema imprenditoriale italiano è nato quel 'modello Genova' che ha permesso, in tempi record, di ricucire lo strappo inferto dal crollo del Morandi con la costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio. Ma - prosegue - sono tante le domande poste da quella tragedia che sono ancora rimaste senza risposta. La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto. A chi il 14 agosto 2018 ha perso un figlio, un genitore, un caro – tutto – , rinnoviamo oggi le doverose scuse dello Stato per ciò che è successo, pur consapevoli che nessuna parola sarà mai sufficiente a lenire la sofferenza e placare il desiderio di giustizia».

(Unioneonline/v.l.)

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