Entro luglio si saprà se Finnegan Lee Elder era capace di intendere e di volere la notte in cui aggredì e uccise, assieme a Natale Hjorth, il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega nel corso di una

collutazione avvenuta nel quartiere Prati a Roma.

I giudici della prima corte d'assise, nel corso dell'udienza svolta a porte chiuse del processo a carico dei due americani, hanno affidato la perizia psichiatrica per il californiano così come sollecitato dai difensori del giovane.

La richiesta è legata al fatto che l'imputato al momento del fatto stava seguendo una cura assumendo farmaci per problemi di natura psichiatrica. La perizia, la cui attività inizierà a metà maggio, verrà svolta dal professore Vittorio Fineschi e dallo psichiatra Stefano Ferracuti.

I risultati saranno illustrati in una udienza dedicata che è stata fissata al 22 luglio.

I giudici hanno inoltre affidato a due periti il compito di tradurre le intercettazioni dei dialoghi intercorsi in carcere tra Elder e i suoi familiari.

Nel corso dell'udienza è stato ascoltato il colonnello Lorenzo D'Aloia, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri, che ha svolto le indagini sulla vicenda. Il colonnello ha ricostruito le varie fasi delle indagini a cominciare dall'individuazione, poche ore dopo l'omicidio, dei due americani in una stanza di albergo a poche decine di metri dal luogo dell'aggressione.

Il colonnello ha inoltre mostrato anche frame delle immagini a circuito chiuso di quella notte e in particolare l'incontro nella zona di Trastevere tra i due imputati e il mediatore dei pusher Sergio Brugiatelli, a cui poi

fu sottratta la borsa.

(Unioneonline/L)
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