Il suo nome è finito nella black list del governo americano. E si è ritrovato con i conti bloccati e una reputazione professionale pessima. Lo sventurato protagonista della storia che si snoda tra Italia, Stati Uniti e Venezuela è un ristoratore del Veronese, Alessandro Bazzoni. Il 45enne ha lo stesso nome e cognome di un uomo residente a Lugano e che gli inquirenti americani volevano mettere all'indice con la sua società che vale 32 milioni di ollari in quanto inserita in una rete che ha aiutato il Venezuela a eludere le sanzioni contro l'industria petrolifera. Ma finire nella black list è stato l'italiano. E la stessa sorte è taccata anche a un sardo, sempre Alessandro Bazzoni ma che vive in provincia di Sassari.

Non è stato facile scoprire le ragioni di quanto accaduto. La vicenda è venuta a galla a febbraio quando il Bazzoni veneto è andato nella filiale della sua banca, la Popolare dell'Emilia. Voleva prelevare del denaro ma gli è stato risposto che "c'era più di un problemino", legato proprio alla segnalazione arrivata dagli Usa. A quel punto il 45enne ha chiesto lumi alle forze dell'ordine, e anche all'Ufficio del Governo americano inviando tutti i suoi documenti, confrontati con quelli dell'omonimo.

Finalmente, due giorni fa, la svolta: senza nessuna scusa e senza altre spiegazioni, il governo statunitense ha tolto il blocco.

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata