La polemica è esplosa ieri. L'ha fatta nascere Fratelli d'Italia quando ha visto che l'amministrazione comunale di Parma aveva richiesto una sorta di "bollino antifascista" a coloro che chiedevano i buoni spesa erogati dal governo, 400 milioni suddivisi tra i vari comuni italiani.

Chi chiede i buoni spesa, si legge infatti nella delibera, "deve firmare una dichiarazione nella quale attesta di riconoscersi nei valori della Costituzione e della democrazia, ripudiando nazismo, fascismo, xenofobia e razzismo".

"A Parma anche la pastasciutta deve risultare antifascita - l'attacco del deputato Fdi Tommaso Foti -. Trovo vergognoso che in questo momento un comune possa decidere a chi consegnare i buoni pasto e a chi no in base alle sue idee politiche. Il governo faccia immediatamente chiarezza".

Chiarezza l'ha fatta questa mattina il sindaco Federico Pizzarotti: "In merito ai buoni spesa è stato erroneamente inserito parte di un regolamento che vale per la richiesta di sale civiche, patrocini e contributi per attività ed eventi. In questa parte c'è scritto che se professi xenofobia, razzismo e nazismo non puoi beneficiare di sale civiche, patrocini o contributi dal comune di Parma. Da noi è e rimarrà così, ma non vale per i bonus spesa. Correggeremo l'errore, grazie a chi lo ha fatto notare".

"A Parma - ha aggiunto - nessuno viene lasciato indietro, e i bonus spesa per l'emergenza non si negano a nessuno". Poi si è rivolto a coloro che lo hanno subissato di insulti sui social: "Se foste di Parma e aveste bisogno di accedere al servizio, accedereste nonostante tutto il vostro odio represso contro l'altro. Parma è fatta così".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata