È bufera alla Camera dopo il servizio delle Iene sugli "strani" incarichi come assistente parlamentare.

Nel mirino del programma televisivo sono finiti stavolta due deputati centristi della Camera, Mario Caruso e Domenico Rossi: quest'ultimo - eletto nel 2013 con Scelta civica di Mario Monti - anche sottosegretario alla Difesa e generale dell'Esercito.

L'inchiesta è partita da Caruso, accusato dalla sua assistente di averla fatta lavorare senza contratto e senza retribuzione. Per di più, una sera, le avrebbe fatto - più o meno esplicitamente - delle avances sessuali.

Il contratto, invece, lo ha fatto al figlio di Rossi, Fabrizio, che - secondo le accuse - non si presenterebbe mai al lavoro. "Rossi è un mio amico - dice Caruso nella ripresa fatta dalle telecamere nascoste - e mi ha chiesto un favore".

LA DIFESA - Dopo le polemiche scatenate dal servizio, Rossi (gia finito alle Iene per aver utilizzato l'auto blu per andare allo stadio) ha annunciato che rimetterà le deleghe da sottosegretario.

"Mio figlio ha un regolare contratto di assistente parlamentare con un deputato della Camera - si è difeso in una nota -. Il documento, consultabile, conferma l'assenza di un rapporto di dipendenza dal mio ufficio contrariamente a quanto riportato nel servizio. Un incarico di natura fiduciaria che non prevede vincoli di orario lavorativo e anche per questo con una minima retribuzione".

"Sono accuse infondate e lesive della mia persona quelle che mi sono state rivolte nel servizio della trasmissione televisiva 'Le Iene'. Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione".

"Ho dato mandato a uno studio legale di tutelare l'immagine mia e di mio figlio ed esaminare la possibilità di contestare le accuse rivolte nelle opportune sedi legali. In ogni caso, al fine di non coinvolgere l'Amministrazione che rappresento... ho deciso di rimettere le deleghe conferitemi dal Ministro della Difesa".

L'ATTACCO DI M5S - L'annuncio di Rossi, scrivono in una nota congiunta, i parlamentari delle Commissioni Difesa di Camera e Senato M5S, è "un'ammissione di colpa anche se in una nota stampa il generale cerca di correggere goffamente il tiro. Qui siamo di fronte a un presunto, e ripetuto, caso di favoritismo e clientelismo, a spese peraltro dei cittadini".

"Rossi non deve rimettere le deleghe: deve dimettersi immediatamente".

(Redazione Online/D)

"LE IENE", IL SERVIZIO - VIDEO:

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