Ucciso da moglie e figli con una furia che gli inquirenti definiscono “bestiale”.

È la tragica sorte toccata a Ciro Palmieri, panettiere di Giffoni Valle Piana, nel Salernitano.

Era stata proprio la moglie – Monica Milite – a denunciare la scomparsa del marito ai carabinieri, facendo scattare le indagini.

Diciotto giorni dopo la svolta, con il fermo proprio della donna e di due figli dell’uomo, di cui uno quindicenne.

Sono tutti indiziati di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e di occultamento di cadavere. A incastrarli, le immagini della videosorveglianza, da cui è emerso che l’uomo è stato colpito in maniera cruenta nel corso di una lite familiare.

Secondo quanto reso noto dalle procure ordinaria e per i minorenni di Salerno, l'impianto di videosorveglianza dell’abitazione è servito da diverse telecamere interne, ma le riprese del 29 e 30 luglio - quando è avvenuto l'omicidio - erano già sovrascritte.

Un consulente tecnico nominato dalla procura è tuttavia riuscito a recuperare le immagini relative ai due giorni e la loro visione, spiegano i procuratori Luigi Cannavale e Patrizia Imperato, è risultata "agghiacciante e cruenta".

Le riprese hanno infatti riprodotto quanto avvenuto, "sin dalla fase iniziale della lite familiare, sviluppatasi dapprima con l'aggressione di Palmieri da parte della moglie e dei figli anche con l'ausilio di più coltelli e proseguita con l'accoltellamento reiterato della vittima anche quando questi giaceva inerte a terra".

Il tutto, "sotto lo sguardo sbigottito e attonito di un altro figlio di undici anni". Ma, scrivono

ancora i due procuratori in una nota congiunta, "la vis omicida non cessava neanche dopo il decesso di Palmieri, poiché le immagini hanno ripreso la successiva amputazione di una gamba"

dell'uomo, poi infilato in un sacco di plastica "per l'occultamento”.

(Unioneonline/l.f.)

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