Ci sarebbe un gruppo di matrice anarchica antimilitarista dietro i tre pacchi bomba che tra domenica e lunedì hanno ferito tre donne a Roma e Fiumicino, anche se al momento non è arrivata nessuna rivendicazione.

Oggi in Procura si è svolta una riunione tra i pm titolari del fascicolo in cui si ipotizzano i reati di attentato con finalità di terrorismo e lesioni, carabinieri del Ros e dirigenti della Digos.

La prima busta, esplosa domenica sera al centro di smistamento di Poste italiane di Fiumicino, ferendo un'impegata, era destinata ad una ex dipendente dell'Università di Tor Vergata e il mittente era l'Ateneo dove la donna lavorava nel settore amministrativo.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il gruppo eversivo di matrice anarchica avrebbe preso di mira la donna in relazione a un accordo siglato nell'ottobre scorso con l'Aeronautica Militare.

La seconda vittima, una donna di 68 anni (esperta in biotecnologie) che lavorava all'Università Cattolica del Sacro Cuore-Gemelli, sarebbe stata colpita a causa dell'intesa di cooperazione siglata nel dicembre del 2017 con una struttura della Nato: il Corpo d'armata di reazione rapida in Italia (Nrdc-Ita) che ha sede a Solbiate Olona, nel Varesotto.

Resta, invece, da chiarire la scelta di inviare il plico a una dipendente Inail di 54 anni che alle 18.30 di ieri ha ricevuto la busta nella sua abitazione nella zona del Nuovo Salario rimanendo ferita in modo lieve.

Secondo gli inquirenti i plichi sono stati confezionati da un'unica mano e il meccanismo esplosivo, artigianale ma ben fatto, era all'interno della busta. I caratteri utilizzati per scrivere gli indirizzi erano uguali per tutti e tre i plichi.

Al momento non si può escludere che ci siano altri plichi bomba in circolazione.

(Unioneonline/D)
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