"Un'assassina senza pietà": questa la definizione di Veronica Panarello contenuta nelle 194 pagine delle motivazioni con cui il gup Andrea Reale ha condannato a 30 anni la donna per l'omicidio del figlio Loris Stival.

"Il falso alibi fornito, le diverse versioni sui fatti, le plurime contraddizioni, i tentativi di accusare altre persone, la condotta processuale spregiudicata e calunniosa, ribadita senza tentennamenti anche davanti al giudice", sono tutti elementi che, secondo il gup, provano "l'inverosimiglianza di amnesie dissociative retrograde".

Una condotta, si legge ancora nelle motivazioni della condanna, "deplorevole, reiteratamente menzognera, calunniosa e manipolatrice".

Appare persino benevola, secondo il magistrato, la definizione di "lucidissima assassina" coniata dal tribunale del Riesame, perché dalle indagini emerge che la Panarello, "da sola, ha commesso senza pietà e pentimento il più innaturale dei crimini".

CONDANNA A 30 ANNI PER VERONICA PANARELLO - VIDEO:

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