"Oggetti portati via per ricordo dalla villa di Cogne": la denuncia della Franzoni
La casa in cui è stato ucciso il piccolo Samuele meta di un "macabro turismo"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono passati quasi vent'anni dal giorno dell'omicidio del piccolo Samuele ma l'attenzione sulla villa di Cogne in cui si consumò il delitto non è mai scemata.
Annamaria Franzoni è tornata in tribunale ad Aosta, stavolta come parte civile: imputati per presunta violazione di domicilio sono una giornalista e un telecineoperatore, accusati di essere entrati per un servizio nel cortile della tristemente famosa villa di Montroz.
La troupe, ha raccontato la Franzoni, è entrata nella sua proprietà, arrivando sino al balcone esterno della villa, e le immagini poi sono andate in onda.
Il timore della Franzoni - condannata in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio del figlio - è che l'ingresso di quella troupe televisiva, avvenuto il 5 dicembre 2019, possa incentivare atti emulativi. Non è la prima volta, ha detto, che la casa è fatta oggetto di un vero e proprio "turismo macabro", con atti vandalici e piccoli furti: alcuni suppellettili, ha raccontato, sono stati presi e portati via "per ricordo", addirittura un termometro.
La villa è stata sottoposta a pignoramento - l'avvocato Carlo Taormina vanta un credito di oltre 275 mila euro per mancati compensi nella difesa in giudizio, divenuti circa 450 mila con l'atto di pignoramento - ma Annamaria Franzoni ne resta custode e per questo, ha spiegato, ha un dovere di vigilanza: in caso di danneggiamenti è lei a risponderne.
Il processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Aosta Maurizio D'Abrusco e al vice procuratore onorario Cinzia Virota si è svolto a porte chiuse. L'udienza è stata rinviata a marzo per l'esame dei due imputati. Nel frattempo non è escluso che un accordo possa portare alla remissione della querela.
(Unioneonline/D)