«In Italia molto spesso è stato facile entrare in prigione prima del processo da presunti innocenti e magari uscirne dopo la condanna definitiva da colpevoli conclamati».

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio torna a parlare dei corto circuiti del sistema giudiziario, stavolta alla luce di due recenti vicende che si sono concluse in senso opposto: da una parte il caso di Beniamino Zuncheddu, l'ex pastore sardo accusato di strage che è riuscito a dimostrare la sua innocenza solo dopo quasi 33 anni di detenzione; dall'altra quello di Matteo Di Pietro, lo youtuber che è riuscito ad evitare il carcere dopo il patteggiamento a una pena di 4 anni e 4 mesi (quando il massimo per il reato di omicidio stradale è 18 anni) per la morte a Casal Palocco di un bimbo di 5 anni, travolto lo scorso giugno con un suv.

«Ci sono state accese polemiche per quella persona che ha ricevuto una condanna per un omicidio colposo stradale ed è stata sottoposta agli arresti domiciliari», ha spiegato il Guardasigilli in vista al carcere di Civitavecchia. «Bisogna sempre pensare anche all'allarme sociale che viene determinato da questi reati e alla disperazione di vittime e parenti, i quali – ha aggiunto – vedono una sorta di impunità da parte di chi commette i reati. Noi siamo molto garantisti su questo, come enfatizzazione della presunzione di innocenza prima del processo ma anche di applicazione certa della pena dopo la condanna».

In merito al paradosso secondo cui presunti innocenti finiscono dietro le sbarre a fronte di altre persone che invece ne escono nonostante le condanne, il ministro sottolineato: «Questa è una situazione alla quale cerchiamo di rimediare, però ovviamente va coniugata con quelle che sono le decisioni sovrane della magistratura».

Ieri anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, rispondendo a una domanda in commissione Giustizia, era intervenuto sulla vicenda di Zuncheddu, spiegando che la vicenda dell’ex pastore «offre ancora una volta l'occasione per riflettere sulla necessità di interventi normativi volti a limitare i casi di errore giudiziario e assicurare una più ponderosa decisione sulla limitazione della libertà personale. A tal fine – ha evidenziato - il governo ha presentato un disegno di legge nel quale sono contenute specifiche modifiche in tema di misure cautelari di palese ispirazione garantista».

(Unioneonline)

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