Troppi errori e sottovalutazioni nella sentenza d'appello sulla morte di Martina Rossi, la ventenne genovese caduta il 3 agosto 2011 da un balcone a Palma di Maiorca, dove si trovava in vacanza con le amiche.

E' quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la terza sezione penale della Cassazione il 21 gennaio scorso ha annullato l'assoluzione e disposto un appello bis per i due ventottenni aretini Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.

In primo grado i due giovani erano stati condannati a sei anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato; erano invece stati assolti, con la formula "perché il fatto non sussiste" dalla Corte d'Appello di Firenze dall'accusa di tentata violenza, mentre era stata dichiarata prescritta quella di morte come conseguenza di altro reato.

Ma per i giudici ci sono degli errori "macroscopici" nella valutazione del caso.

LE MOTIVAZIONI - La Cassazione evidenzia l'incompletezza, la manifesta illogicità e la contraddittorietà della sentenza di appello, "priva di una visione sistematica dell'intero quadro istruttorio e non esaustiva e osservante dei principi giurisprudenziali".

In oltre 70 pagine viene analizzato il percorso che ha portato a decisioni opposte nei due gradi di giudizio. Secondo la suprema Corte, i giudici d'appello sono caduti in un "macroscopico errore visivo" nell'individuazione del punto di caduta, che li ha indotti a credere che Martina avesse scavalcato il parapetto, e "hanno depotenziato tutti gli altri elementi fattuali certi" e la "portata delle altre circostanze indizianti certe".

Hanno ritenuto valida l'ipotesi avanzata dalle difese su un possibile suicidio, sulla base di indizi sulla personalità della ragazza che invece in primo grado non erano stati ritenuti certi. Senza fornire invece una spiegazione del perché la ragazza fosse precipitata senza i pantaloncini del pigiama e, sottolinea la Cassazione, "già solo tale mancanza inficia irrimediabilmente la tenuta logico-argomentativa della decisione".

"La più evidente carenza di analisi", secondo la Corte, è relativa alle intercettazioni del 7 febbraio 2012 in cui sembra che i due giovani manifestino sollievo per il fatto che non fossero stati trovati segni di violenza sul corpo di Martina. La Cassazione ha annullato con rinvio a nuovo appello "affinché venga data una valutazione rinnovata, globale e non atomistica del quadro istruttorio".

(Unioneonline/D)
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