Le evidenze di sicurezza ed efficacia del mix di vaccini, approvato dall’Aifa per gli under 60, “sono state riaffermate da studi che riportano i dati raccolti su diverse centinaia di persone”.

Lo ha detto l'immunologo e membro del Cts, Sergio Abrignani, aggiungendo che le analisi “confermano quello che ci aspettavamo e cioè che il mix è più potente a parità di sicurezza".

Quanto al suggerimento di non somministrare i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson) a chi è sotto i 60 anni l'immunologo sostiene che “ora lo scenario epidemiologico è migliorato. Nelle ultime settimane siamo passati da 150-200 casi su 100mila abitanti per settimana a 20-30 casi e quindi il rapporto rischio-beneficio per fasce di età delle vaccinazioni con vaccini a base di vettori virali è cambiato. Inoltre, abbiamo alternative più sicure costituite da Pfizer e Moderna che oggi non presentano problemi di approvvigionamento. Quindi, seguendo il principio della massima cautela, abbiamo suggerito di non correre un rischio bassissimo ma esistente per la popolazione fra 18 e 55 anni".

Sul mix di vaccini è della stessa opinione Guido Rasi, ex direttore di Ema e ora consulente del Commissario straordinario, secondo cui cambiare il vaccino per la seconda dose non è pericoloso, "anzi probabilmente è vantaggioso. Perché è verosimile che il sistema immunitario risponda meglio a stimoli più ampi, diversificati".

"Ricordiamoci che i vaccini a Rna messaggero usano una proteina un po' diversa da quello di AstraZeneca. L'immunità può essere più completa - ha aggiunto -. Gli studi sono pochi ma robusti, e abbiamo un'ampia esperienza di vaccinazione eterologa per altre malattie, come ad esempio le epatiti virali. E poi il mix viene fatto da tempo in altri Paesi, non certo marginali: la Francia, la Germania, la Spagna, l'Inghilterra, il Canada". Sul fatto se sia meglio inoculare Johnson&Johnson solo agli over 60 “sembra che sia il vettore virale a scatenare le trombosi, quindi sì. Qualche segnalazione di problemi con quel vaccino c'è stata ma sono state fatte meno dosi. La frequenza dei casi è più bassa, andrebbe vista quando i dati saranno comparabili. Anche per Johnson si seguono i tre parametri Ema e la minimizzazione del rischio".

La "cosa da raccomandare è che le decisioni siano precedute dalle informazioni chiare ai cittadini. Va prima annunciato il come e il perché si fanno certi cambiamenti, far capire che nuove evidenze fanno riaggiustare le posizioni - ha concluso - Se l'informazione arriva dopo sembra più una giustificazione. L'errore non è cambiare la decisione, lo sarebbe non cambiarla quando si modifica lo scenario". 

NELLE REGIONI – Intanto sono partiti nelle regioni, compresa la Campania con il dietrofront di Vincenzo De Luca, i richiami con Pfizer e Moderna per chi ha avuto la prima dose del farmaco dell'azienda anglo-svedese. Un cambio in corsa del Piano reso possibile anche dalla decisione del Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo di mettere mano alle riserve strategiche per redistribuire le dosi nelle regioni.

"Non sono le Regioni ad andare in ordine sparso, c'è stata molta confusione da parte degli organismi regolatori", sottolinea il presidente della Conferenza (che si riunisce giovedì prossimo) Massimiliano Fedriga ricordando che sono loro ad aver indicato Astrazeneca prima per gli under 55, poi per tutti e infine solo per gli over 60. "Mi preoccupa questa comunicazione convulsa che rischia di danneggiare la campagna vaccinale".

LE FORNITURE – Intaccare le riserve strategiche (nell'hub di Pratica di Mare è stata accantonata una quota di dosi pari all'1,5% di tutte quelle arrivate finora, dunque circa 675mila) ha consentito di bilanciare con 11 regioni le dosi e di fare i richiami. "Il piano è sostenibile, arriveranno 54,5 milioni di dosi" di vaccini a mRna entro fine settembre che consentiranno di "coprire l'80% della platea di vaccinabili", ha garantito il Commissario Francesco Figliuolo che però non ha escluso la possibilità che l'Italia possa chiedere più dosi di Pfizer e Moderna.

"Al momento non c'è una richiesta ma stiamo studiando - ammette - Avere una riserva non guasta mai e quindi ben vengano, qualora dovessero arrivare, dosi aggiuntive e anticipazioni di quelle nell'ultimo trimestre".

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata