“Da giorni è scomparsa. Ho paura che possa essere costretta a prostituirsi da persone poco raccomandabili. Sono disperata”. Con queste drammatiche parole una madre ha raccontato ai carabinieri di Bari la sua angoscia per la figlia, poco più che ventenne, chiedendo loro di occuparsi del caso. E i militari hanno deciso di andare a fondo alla vicenda, anche se poco dopo la stessa giovane aveva chiamato la madre per assicurarle che andava “tutto bene”.

Gli inquirenti hanno così scoperto uno squallido e inquietante giro di droga e sesso a pagamento, procedendo all’arresto di cinque persone che ora dovranno rispondere a vario titolo di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Come detto, tutto è iniziato dopo la telefonata di quella madre disperata. 

"Il quadro che è poi emerso dalle indagini è sconcertante”, spiegano gli investigatori. “Infatti, uno degli indagati, V.M., 25enne, approfittando dei sentimenti che la giovane provava nei suoi confronti, l’avrebbe ridotta in uno stato di assoggettamento e, convivendo di fatto con la stessa, l’avrebbe indotta a prostituirsi in varie località delle province Bari e Brindisi”.

"In particolare – proseguono gli inquirenti - le indagini hanno potuto documentare come lo stesso avesse pubblicato su una piattaforma web diversi annunci diretti a procacciare clienti alla ‘propria fidanzata’, con i quali prendeva accordi diretti sulle modalità di tempo, di luogo e per il prezzo della prestazione. Da quanto emerso dall’attività investigativa, il giovane gestiva personalmente i guadagni derivanti dall’attività di meretricio, che sperperava per le proprie esigenze di tossicodipendente, lasciando la ragazza, anch’ella con problemi di droga, priva di sostentamento alimentare, tanto da spingerla a effettuare ulteriori prestazioni per potersi garantire l’acquisto di cibo, inducendola a prostituirsi anche a notte fonda, percependo quale compenso, non solo denaro ma anche dosi sostanza stupefacente a lui necessarie. Tale stato di cose è continuato per mesi, anche quando si è scoperto che la giovane fosse in stato di gravidanza”.

Ma non è finita. Gli inquirenti hanno infatti scoperto ulteriori, sconcertanti particolari: “Altro elemento desolante della vicenda – sottolineano – è che a vivere dello sfruttamento della prostituzione della studentessa non era solo il ‘suo ragazzo’, ma altri due giovani C.E., 33enne e C.C.A. 22enne, anche loro finiti in carcere con la pesante accusa di sfruttamento della prostituzione. Gli stessi, convivendo di fatto con la coppia nel periodo delle indagini, infatti avrebbero partecipato a curare gli annunci on line e a rispondere alle chiamate dei clienti, gestendo in prima persona anche loro i guadagni dell’attività di meretricio, sperperati per l’acquisto di sostanze stupefacenti”.

Gli incontri con i clienti trovati online avvenivano in un bed and breakfast di proprietà di un 61enne, D.V, che avrebbe tollerato e facilitato il giro illecito di prostituzione, finendo anch’egli indagato e agli arresti domiciliari. E la stessa misura cautelare è stata notificata in carcere a C.N., 39enne, che avrebbe venduto droga agli indagati.

(Unioneonline/l.f.)

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