Cinque persone sono state attestate dalla Guardia di finanza di Roma con l'accusa di corruzione, truffa e frode nelle pubbliche forniture nei confronti di Rete Ferroviaria Italia.

Tra gli arrestati quattro imprenditori e una consulente.

Sono invece indagati a piede libero due dipendenti di Rfi, partecipata di Ferrovie.

Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni imprenditori, mediante la produzione di relazioni predisposte ad arte da consulenti di parte e analisi di laboratorio falsificate, avrebbero ottenuto il rilascio di attestati di qualificazione di siti estrattivi, requisito necessario per partecipare alle gare di appalto indette dalla società.

Nel dettaglio, i fratelli Lorenzo e Massimo Lupo Drovetto, gestori di fatto della "Quarry", società specializzata nella commercializzazione di inerti, insieme a Luca Bronzino, proprietario di una cava a Malvicino (Alessandria), hanno conseguito la certificazione pur essendo consapevoli della mancanza dei parametri richiesti, grazie al supporto compiacente di due funzionari delle Ferrovie.

Ad aiutare gli imprenditori anche la professoressa Maria Iole Spalla, docente presso il Dipartimento della Terra dell’Università degli Studi di Milano, che ha redatto una relazione non veritiera in quanto priva dell’indicazione dell’esistenza di materiali – rocce classificate “pietre verdi”, caratterizzate dalla potenziale presenza di minerali amiantiferi – che, in base al capitolato tecnico, avrebbe determinato la bocciatura dell’istanza.

FS: "CI TUTELEREMO" - Intanto le società FS Italiane e Rete Ferroviaria Italiana hanno fatto sapere in una nota che "stanno valutando ogni azione a propria tutela".

"Le Società - si legge nel comunicato - hanno già fornito e continueranno a garantire la piena collaborazione all’Autorità giudiziaria e agli inquirenti per lo svolgimento dei necessari accertamenti".

(Unioneonline/F)
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