Aveva maltrattato una cagnolina di sua proprietà riducendola pelle e ossa, e poi abbandonandola.

Il microchip ha permesso però di risalire al proprietario, un cacciatore, che adesso è stato condannato per maltrattamento.

La sentenza arriva dal tribunale di Marsala, in provincia di Trapani, e per l'uomo è scattata una pena pecuniaria di 5mila euro e a un risarcimento di mille euro all'Enpa nazionale che si era costituito parte civile nella vicenda.

"Non è soltanto una vittoria di noi animalisti, ma rappresenta una pietra miliare nell'applicazione concreta dei diritti degli animali in un territorio difficile come il nostro", spiegano dalla sezione di Castelvetrano (Trapani) dell'Enpa.

Speranza, così i volontari avevano chiamato la cagnolina nell'auspicio che potesse sopravvivere, era stata soccorsa nel 2015 in condizioni pietose e con una zampa fuori uso, che poi è stato necessario amputare.

Attraverso il microchip, il rifugio comunale di Castelvetrano era risalito al proprietario.

"La sentenza riconosce il maltrattamento non come una semplice contravvenzione, ma come reato, inteso come disinteresse della sorte dell'animale - spiega Claudia Ricci, responsabile nazionale dell'ufficio legale Enpa -. Una sentenza pronunciata da un tribunale della Sicilia, in un'ottica di rispetto della legalità anche nell'ambito della tutela degli animali".

(Unioneonline/v.l.)
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