"Berlusca mi ha chiesto questa cortesia... per questo è stata l'urgenza di... come mai questo qua, poi che successe, ero convinto che Berlusconi vinceva le elezioni in Sicilia, Berlusconi...".

Queste sono le parole (coperte da alcuni omissis) pronunciate davanti a un altro detenuto dal boss Giuseppe Graviano, che non sapeva di essere intercettato.

Il dialogo è avvenuto nel carcere di Ascoli e risale al 10 aprile dell'anno scorso.

"Lui voleva scendere", dice ancora Graviano al suo interlocutore riferendosi al leader di Forza Italia, "però in quel periodo c'erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa...".

Ora gli atti delle intercettazioni sono finiti all'interno del dibattimento del processo a Palermo per la trattativa tra Stato e mafia.

Tra gli stralci di conversazioni avute da Graviano con alcuni compagni di cella tra il marzo 2016 e l'aprile 2017, alcune riguardano gli attentati del 1993 a Firenze, Roma e Milano.

"Poi nel '93 ci sono state altre stragi ma no che era la mafia, loro dicono che era la mafia. Allora il governo ha deciso di allentare il 41 bis, poi è la situazione che hanno levato pure i 450".

L'allusione del boss è alla revoca del carcere duro per 450 mafiosi, disposta nel novembre di quell'anno.

(Redazione Online/F)

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