Dopo la morte del boss dei boss Totò Riina, Cosa Nostra si era riorganizzata, eleggendo come capo della "commissione provinciale" di Palermo (organismo di rappresentanza delle famiglie che non si era più riunito perché solo il capo in carica, Riina, avrebbe potuto convocarlo) il gioielliere 80enne Settimino Mineo, già capo del mandamento di Pagliarelli.

A rivelarlo è un'inchiesta della Dda palermitana che ha disposto un fermo di indiziato di delitto, eseguito dai carabinieri, nei confronti di 46 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni consumate e tentate, con l'aggravante di avere favorito l'associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni aggravata, porto abusivo di armi comuni da sparo, danneggiamento a mezzo incendio, concorso esterno in associazione mafiosa.

Dopo i colpi durissimi degli ultimi anni, Cosa nostra stava dunque provando a riorganizzarsi, ricostituendo la commissione provinciale. "E il nuovo capo - secondo quanto riferito dagli investigatori - era Settimo Mineo, già capo del mandamento di Pagliarelli".

La Cupola di Cosa nostra sarebbe tornata a riunirsi il 29 maggio scorso (non accadeva dal 1993).

Le ultime mosse dei padrini non sono sfuggite all'antimafia.

(Unioneonline/s.a.)
© Riproduzione riservata