Sono 8 le persone arrestate nell'ambito di un'inchiesta della Dda contro la 'ndrangheta finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta.

Come spiegato dalla Gdf il principale indagato, indicato dai collaboratori come inserito nel "clan di San Mauro Marchesato che fa capo a Lino Greco" nella provincia di Crotone, ha presentato richiesta ed ottenuto per tre delle società inserite nello "schema di frode" i "contributi a fondo perduto", attestando un volume di affari "non veritiero" e "fondato sulle false fatture". I contributi sono quelli previsti dal decreto 34 del 19 maggio scorso. Inoltre, avrebbe tentato di beneficiare anche dei finanziamenti del decreto legge 23 dell'8 aprile che servono a "sostenere il sistema imprenditoriale nella particolare congiuntura economica determinata dall'emergenza sanitaria".

Quattro persone sono finite in carcere e quattro ai domiciliari e sono stati sequestrati beni, tra cui aziende e disponibilità finanziarie, per 7,5 milioni di euro. Perquisizioni in corso in varie regioni e in più la notifica di un avviso di conclusione indagini a carico di 27 persone.

Il clan Greco è una 'ndrina della 'locale' di Cutro (Crotone) e opera anche in Lombardia. L'inchiesta ha svelato "una complessa frode all'Iva nel settore del commercio di acciaio con fatture false e attraverso società "cartiere" e "filtro", anche all'estero, intestate a prestanome.

Le imprese erano di fatto gestite da affiliati al clan che fa capo a Lino Greco, una "cosca federata" a quella di Cutro che fa capo a Grande Aracri. Contestato l'autoriciclaggio per mezzo milione di euro attraverso conti anche in Inghilterra e Bulgaria.

(Unioneonline/v.l.)
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