Dopo il licenziamento, avvenuto venerdì scorso, dei due dipendenti della Lidl di Follonica (Grosseto) che lo scorso febbraio avevano rinchiuso due nomadi in un gabbiotto dei rifiuti che si trovava davanti al supermercato - filmando la scena - ora uno di loro ha deciso di uscire allo scoperto pubblicando un lungo post su Facebook in cui prova a spiegare ciò che è accaduto. Ovviamente dal proprio punto di vista.

Si tratta di Ramon Zurita, originario di Sant'Antioco, "per metà sardo e metà peruviano" come scrive sul social network. Per lui si è trattato di "uno scherzo". Certo, dice, "uno scherzo stupido, ma pur sempre uno scherzo".

Poi la lunga riflessione, che comincia con queste parole: "Per rispetto dell’azienda e per la speranza di rientrare non ho mai voluto (potuto) parlare in questi due mesi, ho detto no a molte trasmissioni e se volevo visibilità come qualcuno ha detto perché non farlo, mi pagavano bene".

Ramon Zurita (foto Facebook)
Ramon Zurita (foto Facebook)
Ramon Zurita (foto Facebook)

Secondo Zurita, "appena uscivi a buttare la roba (BUONA) che finisce tutta in discarica di solito io e Andrea (l'altro dipendente licenziato: ndr), perché le colleghe femmine avevano paura con quella gente attorno e si rifiutavano sempre, partivano le spinte, i colpi, le minacce. E la roba da mangiare spariva nemmeno fatti due passi dall'uscita del negozio".

Inoltre, aggiunge Zurita, i capi dell'azienda, così come le forze dell'ordine erano al corrente della situazione: "I carabinieri - scrive - venivano spesso e quando arrivavano loro avevano già finito di fare quello che stavano facendo, li allontanavano e dopo 10 minuti erano di nuovo lì a importunare i clienti".

IL VIDEO - Dunque, per Zurita, il video girato insieme al collega era uno scherzo, con la porta del gabbiotto che "si apriva, sono due porte non una. La sua amica rideva e continuava a prendere la roba, passati 49 secondi vi dovreste far dare i video del negozio che erano dentro a scherzare con noi e a chiedere se era uscita bene nel video".

RAZZISMO - "Per il discorso razzista - chiosa Zurita - "beh sono per metà sardo e metà peruviano, per di più nero anzi mulatto come direbbero i miei amici. Quindi figuriamoci se sono razzista".

I due dipendenti - uno assunto a tempo indeterminato è stato licenziato, mentre all'altro non è stato rinnovato il contratto - sono anche stati denunciati con l'accusa di sequestro di persona.
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